L’aveva affermato nel mese di dicembre, l’ingegnere Stefano Burchielli, direttore dei lavori per conto del Consorzio Est Ticino Villoresi: le operazioni di riqualificazione del tratto urbano del canale relative all’appalto Expo 2015 procedevano senza intoppi.
Ora, come da programmi, sono state completate: «Sono ancora in corso gli interventi relativi alla realizzazione di quattro centrali idroelettriche lungo il canale all’altezza di viale Lombardia, via Monte Bianco, via Solferino e via Borgazzi, ma non rientrano nel piano varato per l’esposizione universale. Saranno ultimati verso la metà del mese di aprile, quando l’acqua tornerà a scorrere entro le sue sponde. In cantiere anche altri tre interventi, da ultimarsi entro il mese di marzo: la realizzazione della pista ciclopedonale lungo via Giotto, che ha previsto il rifacimento dell’intera alzaia, l’attraversamento dell’area ferroviaria nei pressi di via Casati e, infine, il passaggio attraverso viale Lombardia».
Un appalto da oltre sei milioni di euro quello promosso da Expo Spa nell’ambito del piano “Vie d’acqua”, che ha radunato un insieme di interventi di valorizzazione paesaggistica e ambientale che potenziano e riconnettono percorsi e circuiti ciclabili lungo i canali e attraverso i parchi a nord e a ovest di Milano.
Nei cinque chilometri monzesi, dalla Boscherona a Sant’Albino, sono state rifatte le sponde del canale e ne è stato impermeabilizzato il fondo, sono stati sistemati gli attraversamenti pedonali e le passerelle, sedici in totale, si è intervenuti sulle sei bocche di derivazione e sul recupero del ponte sul Lambro. E ancora, sono stati piantumati centinaia di arbusti e di alberi e si è completata una parte della rete ciclopedonale cittadina. Ed effettivamente, percorrendo la ciclabile che costeggia il Villoresi, interrotta solo nei punti dove si lavora alla realizzazione delle centrali idroelettriche, il candore delle sponde appena rifatte, finalmente ripulite da rifiuti e rami di alberi, salta subito all’occhio: proprio per questo motivo si notano immediatamente i graffiti che qualche writer di passaggio ha deciso di realizzare senza fermarsi troppo a pensare se fosse il caso di imbrattare o meno un’opera pubblica appena terminata. Ma il degrado, come in passato, continua ad avvertirsi con forza ai margini della pista ciclopedonale.
Alcuni tratti in particolare sono presi di mira dall’incuria e dalla maleducazione dei passanti: a ovest, al confine con Muggiò, nei pressi della Boscherona, sotto il ponte della statale 36 si scorgono sacchi della spazzatura e rifiuti sfusi abbandonati.
La situazione peggiora decisamente subito dopo aver oltrepassato il centro della città, in particolare all’imbocco della ciclabile in via Val d’Ossola dove accolgono il visitatore sterpaglie e rifiuti di grandi dimensioni, tra cui ante di armadi. La situazione non fa che peggiorare per diverse centinaia di metri, fino all’incrocio con via Buonarroti: costellano gli argini erbosi vecchi vestiti, cocci di bottiglie di vetro, scatoloni, materassi, scarpe e ciabatte, vestiti, immondizie varie. Non mancano le siringhe, a mucchi, in due punti distinti, nei pressi di via Ghilini e qualche centinaio di metri prima di via Buonarroti: la zona continua ad essere un punto di ritrovo per tossicodipendenti