Una gran folla di fedeli ha accolto, venerdì 15 gennaio alle 18, nell’abbazia San Benedetto di Seregno, l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, che ha risposto all’invito dell’abate Michelangelo Tiribilli, in occasione della festa di san Mauro abate, compatrono dei monaci olivetani assieme a santa Francesca Romana, patrona degli oblati. Una ricorrenza che cade il 9 marzo ma che solennemente viene celebrata il 1 maggio. E san Benedetto, patrono d’Europa, l’11 luglio, ma che nei monasteri benedettini ricordano il 21 marzo.
«È la prima volta che l’arcivescovo Angelo Scola, da quando è a capo della chiesa ambrosiana, visita la nostra comunità – ha detto l’abate Michelangelo Tiribilli -. Un’occasione per solennizzare la memoria di san Mauro, una devozione molto diffusa in Brianza sin da Medioevo che è anche il santo patrono di Renate, città natale del cardinale emerito Dionigi Tettamanzi. Per la nostra comunità la visita di Scola ha assunto la fisionomia di una festa di famiglia aperta a tutta la città. Per il cardinale è stata l’occasione per conoscere il quadro di vita all’interno dell’abbazia, come è strutturata e come si svolge l’attività quotidiana. Una visita che assume il significato di apprezzamento per la vita contemplativa che sta molto a cuore al porporato. La nostra abbazia, del resto, è l’unica dell’ordine benedettino olivetano di tutta la diocesi. Per me è stata anche una opportunità per rinsaldare antichi vincoli di amicizia di quando entrambi svolgevano il nostro ministero in Toscana».
L’abate Tiribilli ha ricoperto per quasi un ventennio il ruolo di abate generale della congregazione dei monaci di Monte Oliveto mentre Angelo scola era vescovo di Grosseto e ha fatto più volte visita alla Congregazione. Per i monaci e per lo stesso porporato, memorabili sono stati i giorni in cui Scola ha detto gli esercizi spirituali. Un ricordo richiamato da entrambi durante l’espressione di benvenuto e nel corso dell’omelia, in cui il cardinal Scola ha sottolineato i valori della vita autentica, della famiglia, dell’accoglienza., della misericordia.«Il monachesimo è un esempio per noi sacerdoti e per voi secolari – ha detto Scola – noi non possiamo avere lo stesso loro ritmo di vita ma dobbiamo sforzarci di assomigliargli».
Prima della visita ai monastero degli olivetano il cardinal Scola, aveva incontrato le Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, il cui monastero dista poche decine dei metri dalla chiesa abbaziale. Tutti i predecessori del cardinal Angelo Scola, hanno sempre fatto più volte visita al complesso di via Stefano. Per Scola è la terza venuta a Seregno da quando è a capo della chiesa ambrosiana, e cioè dal 28 giugno 2011. La sua prima visita è avvenuta il 26 ottobre 2011 al palaPorada, dove ha incontrato le comunità pastorali della V zona pastorale. La seconda volta il 14 settembre 2014, dove ha celebrato il bicentenario della nascita del patriarca Paolo Angelo Ballerini, l’avvio della comunità pastorale san Giovanni Paolo II, e i 150 anni della fondazione dell’oratorio San Rocco. La visita a Seregno del cardinal Scola, precede di qualche giorno, quella programmata per il 19 gennaio a a Meda, dove incontrerà i fedeli del decanato di Seregno-Seveso, nella zona V, il cui vicario è monsignor Patrizio Garascia. L’ultima visita di un cardinale in abbazia è stata quella di Dionigi Tettamanzi avvenuta sempre in occasione della festa di san Mauro il 15 gennaio 2007.