Tutti i consigli pastorali della zona V di Monza, nella serata di venerdì 23 settembre, sono convenuti a Meda nella grande chiesa di santa Maria Nascente, gremitissima ed esaurita in tutti i posti, per ascoltare l’arcivescovo monsignor Mario Delpini che ha presentato la proposta pastorale per l’anno 2022-23. Una proposta dal titolo “ Kyrie, allelulia, Amen- pregare per vivere, nella chiesa come discepoli di Gesù”. L’arcivescovo è stato introdotto dal vicario episcopale della zona V di Monza, monsignor Luciano Angaroni, il quale nel rivolgere gli auguri a Delpini ha ricordato i 15 anni di nomina da vescovo e dei cinque da capo della diocesi ambrosiana.
L’arcivescovo Delpini a Meda: “Siamo bravi sulle emergenze educative”
Dopo il canto iniziale del “gloria a te Gesù” i la lettura del salmo 62, l’arcivescovo ha esordito affermando: “ il vescovo non ha altra proposta pastorale se non l’anno liturgico, la celebrazione della Pasqua nel distendersi di un anno è il principio della vita cristiana. Il celebrare è quella attività della comunità cristiana che è passività, lasciarsi fare. L’esperienza dell’insignificanza e dell’irrilevanza della celebrazione dei santi misteri per il rinnovamento della Chiesa e della vita delle persone è un fatto che ci provoca, ci interroga, ci invita conversione”. “ La vita delle comunità cristiane della nostra diocesi- ha proseguito- è caratterizzata da una ammirevole generosità, da intraprendenza eccellente, da una diffusa e radicata sensibilità verso le emergenze: educative, sociali. Le opere sono molte e buone. Ma il racconto che se ne fa è spesso triste, segnato da frustrazione, insoddisfatto. Forse nell’affanno dell’agire se ne smarrisce il senso. Forse l’invito a rimanere in Gesù “ senza di me non potete fare nulla” è troppo dimenticato?”. E ancora: “ nelle comunità sono presenti molte opere buone e molti appuntamenti di preghiera: messa, rosario, adorazione, lectio divina, ma l’impressione è che si tratta di linee parallele, compresenti, ma estranee. La celebrazione non interagisce con la pratica quotidiana della carità nelle sue varie forme. La pratica della carità non interagisce con la preghiera”.
L’arcivescovo Delpini a Meda: “Bisogna pregare”
Quindi ha spiegato che occorre imparare a pregare da Gesù, come Gesù, in Gesù, e che il mistero celebrato è principio di vita della comunità cristiana e del discepolo. Si è chiesto: “ a quali condizioni il celebrare trasfigura la vita della comunità?” Ha suggerito: “ è necessario che un gruppo di persone attente, formate, disponibili si prendano cura della celebrazione dell’Eucaristia, della celebrazione della liturgia delle ore, delle forme di preghiera comune, anche quando non è possibile la presenza del prete per la celebrazione”. Nell’ultimo punto del suo intervento l’arcivescovo Delpini ha ricordato che: “ il consiglio pastorale è chiamato a vivere le riunioni con un senso di fede alimentato dalla preghiera, è necessario che la proposta pastorale “Kyrie, Alleluia,Amen” sia letta e visitata con la domanda sulla cura per la preghiera della comunità, secondo le indicazioni offerte dall’arcivescovo . Il consiglio pastorale deve prendersi cura delle forme e dei tempi di preghiera della comunità”. E sì chiesto:” come qualificare ed incoraggiare la formazione; come promuovere, sostenere la preghiera in famiglia; come proporre in comunità o in decanato la scuola della parola; come animare la preghiera della comunità anche nelle chiese in cui non si celebra l’eucaristia feriale e non è presente il sacerdote; come attivare, incoraggiare, promuovere la scuola di preghiera; come valorizzare la presenza delle comunità di vita consacrata come luoghi di preghiera e di formazione alla preghiera; e come promuovere e valorizzare la rete mondiale di preghiera del Papa?”.