La start up inizia nel suo garage, trasformato in bottega. La pubblicità, di uno dei lavori più antichi e affascinanti, passa attraverso le nuove tecnologie, in primis Facebook. Perché, se l’arte che ha appreso pone le sue radici nel Rinascimento, oggigiorno per sopravvivere bisogna affidarsi ai social network.
Così ha fatto Simone Sala, 24enne biassonese, giovane maestro liutaio che costruisce e ripara gli strumenti a pizzico. Un lavoro in via di estinzione, un sogno che lui vuole realizzare, malgrado la crisi, le difficoltà del mercato, e la concorrenza spietata del settore industriale. Ma lui al sogno di vivere grazie alla musica vuole crederci e da tempo si sta impegnando con passione per trasformarlo in realtà.
«La passione per la musica è nel mio Dna – spiega – Mio papà suona la tastiera e mi ha cresciuto a pane e Pink Floyd, mio nonno suona la fisarmonica e mio zio la batteria in un gruppo jazz».
Ma oltre all’amore per le note Simone ha una grande predisposizione per la falegnameria e terminato il liceo artistico a Giussano è entrato alla Scuola civica di liuteria di Milano, una scuola molto prestigiosa e ambita alla quale accedono una ventina di studenti all’anno, provenienti da tutto il mondo. La scuola presso il maestro Roberto Reali a Como, fino alla decisione di mettersi in proprio, con il grande sogno di costruire strumenti musicali e soprattutto le sue amate chitarre. «Certo, di sole creazioni non si vive – ammette guardando in faccia la realtà – Riesco a portarmi a casa la pagnotta soprattutto grazie al servizio di riparazione degli strumenti».
Ma Simone non si arrende. Ha la tenacia, la preparazione e l’entusiasmo tipico dei ventenni per combattere per un ideale. «Certo, ogni giorno mi chiedo se ne valga la pena – aggiunge – E ogni giorno di più ne sono convinto. La concorrenza industriale è spietata ma io non mi arrendo. È una grande emozione costruire ex novo una chitarra, dare forma e suono a quello che il cliente ti chiede. Anche se richiede un mese di lavoro. Ma io credo molto nel mio lavoro, non dimenticando mai che la qualità paga e che la liuteria è nata in Italia, e il made in Italy all’estero conta ancora tanto».