La storia del centro vaccinale di Lissone mai partito, il sindaco: «Auguri alla Regione, noi nel caso siamo pronti»

Concetta Monguzzi ricorda l’iter che ha coinvolto varie realtà per aprire il centro di prossimità - «in maniera gratuita e responsabile» - poi superato dalla decisione della Regione di puntare a hub di grandi dimensioni.
Il sindaco di Lissone Concetta Monguzzi
Il sindaco di Lissone Concetta Monguzzi Elisabetta Pioltelli

«Senso di comunità, un patrimonio immateriale da non perdere». Con una sorta di lettera aperta alla città, il sindaco Concettina Monguzzi è tornata a parlare, martedì 6 aprile, del ruolo di Lissone nell’organizzazione di un centro vaccinale territoriale (ma Regione Lombardia non l’ha considerato tra quelli necessari in Brianza) e della sinergia tra persone e categorie palpabile anche in questa fase.

«Quando a gennaio viene chiesto ai Comuni di indicare la disponibilità di spazi per la somministrazione dei vaccini alla popolazione del proprio territorio in collaborazione con i medici di famiglia, io rispondo subito di sì aggiungendo che avrei trovato altri spazi più idonei di quelli utilizzati per la vaccinazione antinfluenzale – ricorda il sindaco – mi contatta una Cooperativa di medici, alcuni medici del territorio (non solo di Lissone) si dicono disponibili a vaccinare i propri pazienti. Mancano ancora molti over 80 per la prima dose e poi altri di più per la seconda dose. Ci sembra importante e bello poter dare una mano. La Protezione Civile si rende subito disponibile e individua due persone per partecipare ad un corso di formazione sulla gestione e coordinamento della linea vaccinale, così come ci viene detto da Ats».

Ed aggiunge. «Il parroco della nostra Comunità Pastorale propone uno spazio molto grande all’interno dell’oratorio di Santa Margherita. Mi sembra interessante perché non voglio togliere la palestra scolastica ai ragazzi per l’ora di motoria e di educazione fisica. Facciamo i sopralluoghi con i medici e la Protezione civile, stendiamo il calendario: riusciamo ad istituire 3 linee vaccinali. Bene!» afferma «tanti cittadini si rendono disponibili come volontari per la parte amministrativa e per la logistica. La Croce Verde è di supporto. Tutto va a posto, secondo quanto richiesto. Siamo pronti per partire. Anche gli atti amministrativi vengono redatti per le competenze comunali».

Giovedì scorso viene però comunicato che in Regione si è deciso di concentrare i centri vaccinali in luoghi grandi. «Tanto rumore e tanto lavoro per nulla, mi viene da dire – commenta Monguzzi – però non voglio fermarmi a questo. Intanto, mi auguro che il piano di Regione Lombardia sia eccellente e vincente. Noi siamo a disposizione qualora fosse necessario e in pochissimo tempo siamo in grado di attivarci. L’importante è che si proceda secondo il calendario e che la quantità dei vaccini sia sostenibile. Voglio però aggiungere – conclude – che la scelta di attivare un centro di prossimità per gli over 80 era nella logica di creare meno disturbi alle persone anziane e a chi si prende cura di loro. Meno disturbi rispetto al tempo e rispetto al trasporto. Avere il proprio medico che vaccina dà fiducia: conosce la storia personale e le patologie».

«Voglio andare oltre perché in tutta questa vicenda ho potuto constatare ancora una volta come la nostra città ha una risposta pronta di fronte ad un bisogno: lo fa in modo gratuito e veloce. E questo senso di gratuità e di responsabilità mi emoziona. È un patrimonio immateriale. È un senso di comunità che in questa occasione avrebbe potuto essere prezioso. Io so che lo è ancora, non perdiamolo».