La conclusione della senatrice è una, severa, desolata: «Che cos’è rimasto di democratico in questo partito?». È l’ultimo strascico in ordine di tempo del naufragio della riforma costituzionale di Renzi e delle dimissioni del presidente del consiglio: nei giorni scorsi la parlamentare Pd di Desio Lucrezia Ricchiuti ha pubblicato su facebook un commento duro al termine della direzione del partito a Roma.
«Sono appena tornata dalla direzione del mio partito. Una farsa. Ha spaccato il Paese in due e parla di play station! Decine e decine di persone arrivate a proprie spese da tutta Italia. Maria Chiara Prodi da Parigi con il figlioletto di 5 mesi in braccio: mi sono vergognata per lei. Non si è discusso di nulla. Lui ha parlato del nulla. Ha deciso lui come e se si farà un nuovo governo. Ha deciso lui chi farà parte della delegazione: Orfini, Guerini, Zanda e Rosato. Il segretario, cioè lui, non ci sarà. Senza contare che la composizione della delegazione dovrebbe essere comunicata prima a Mattarella che con lo streaming».
Lui è Renzi: Ricchiuti non lo nomina mai. Però prosegue: «Ha deciso lui quando e se si parlerà di quello che è successo il 4 dicembre.Ha deciso lui che la direzione doveva durare il tempo del suo intervento.Ha deciso lui che non ci potessero essere repliche. Hanno impedito a Tocci di parlare: stava imbastendo un ragionamento ma non ci è riuscito. Fine della storia. Che cos’è rimasto di democratico in questo partito?»