La protesta di Seregno: «Dopo sei anni quell’eternit è ancora lì»

Quell’eternit va rimosso. È la richiesta reiterata che i residenti di Seregno fanno da tempo all’ufficio ecologia in riferimento alle coperture dei capannoni in un’area vicino alla stazione, esclusi da un’ordinanza firmata dal sindaco due anni fa.
La protesta di Seregno: «Dopo sei anni quell’eternit è ancora lì»

Quell’eternit va rimosso. È la richiesta reiterata che i residenti di Seregno tra le vie Giovanni XXIII e Mazzini, la piazza Roma e la galleria Mazzini veicolano all’ufficio ecologia comunale di via Paradiso ed all’Asl, in relazione alle coperture dei capannoni che caratterizzano il comparto che dà verso la stazione, con il risultato fin qui di un accoglimento solo parziale dell’istanza.

La vicenda si protrae dalla primavera di sei anni fa, quando all’ufficio per il protocollo comunale di via Umberto I venne recapitata la prima sollecitazione. Da lì è scaturita una procedura complessa, che ha previsto anche sopralluoghi di tecnici dell’Asl e che ha prodotto l’auspicata sistemazione solo per una porzione delle superfici interessate. Ad oggi, infatti, l’eternit continua a fare bella mostra di sé su una frazione piuttosto ampia, rimasta esclusa da un’ordinanza firmata il 25 giugno di due anni fa dal sindaco Giacinto Mariani, che ha imposto una soluzione del problema entro novanta giorni per la parte circostante, concretizzatasi a dire il vero non senza fatica.

«La motivazione dell’esclusione -spiega Marco Villa, amministratore dello stabile- non ci è mai stata fornita, nonostante le nostre numerose richieste e nonostante questa appaia l’area più degradata».

Accorato è il parere di Giuliana Previtali, anima della protesta: «In questa battaglia non c’è nulla di personale contro i titolari, ma domandiamo che ci si muova a tutela della nostra salute. L’atteggiamento degli uffici comunali ci ha indispettiti, tra rinvii e ritardi nelle comunicazioni che riteniamo ingiustificati. Invochiamo chiarezza e celerità di intervento».