I monzesi se ne sono accorti mercoledì mattina. Nella notte tra martedì e mercoledì in piazza Citterio e in altre zone della città hanno fatto la loro apparizione delle lenzuola bianche sbarrate con una striscia nera diagonale disegnata con lo spray. Drappi listati a lutto, appesi ai cartelli della segnaletica stradale verticale o ai manifesti che pubblicizzano attività commerciali. Vengono sempre esposti in vie e strade di grande passaggio, per attirare l’attenzione dei passanti.
Alla fine di gennaio ne era comparso uno sulla recinzione attorno all’ex scuola Paolo Borsa, sulla curva tra viale Regina Margherita e via Boccaccio. Ora si contano nuove affissioni e in tanti si chiedono quale sia il loro significato.
LEGGI La protesta delle lenzuola bianche listate a lutto arriva a Monza
Sono il simbolo di una protesta, silenziosa ma tenace. A originarla i piccoli imprenditori e gli artigiani spremuti dal peso di una burocrazia eccessiva, che impedisce loro di progredire, obbligandoli a pagare tasse elevate senza praticamente alcun sostegno da parte di banche ed istituti di credito, che concedono finanziamenti a stento e con il contagocce.
La protesta è apolitica, ed è nata nel comasco da un imprenditore del settore del marmo: si è rapidamente diffusa in tutta la Brianza, da Lesmo ad Arcore al Vimercatese, fino a Monza. I costi da sostenere per tenere in piedi un’attività sono sempre più alti, i margini di guadagno sempre più risicati: il rischio del collasso non è mai stato così concreto, e così vicino.
«Comprendiamo e sosteniamo pienamente le ragioni di questa protesta – spiega Marco Accornero, segretario generale dell’Unione artigiani delle province di Milano e di Monza Brianza – Non si è fatto nulla per ridurre la pressione fiscale nei confronti delle micro e delle piccole imprese senza dipendenti».
Un carico che, su di loro, è arrivato a pesare per oltre il 50% del fatturato. «Un segnale positivo per le aziende di grandi dimensioni potrebbe arrivare grazie alla nuova legge di stabilità, che prevede un taglio dell’Irap», prosegue Accornero. Ma la decisione porterebbe, ancora una volta, a discriminare le imprese senza dipendenti. «Loro, oltretutto, non riescono nemmeno a sfruttare l’effetto traino dovuto alle esportazioni, di cui godono le aziende più grandi e strutturate – aggiunge il segretario generale – L’unica soluzione possibile sarebbe ovviamente quella di semplificare il rapporto che intercorre tra imprese e fisco. Il peso dello stato deve diminuire. Altrimenti il rischio è che il 2015 si trasformi in un annus horribilis».