La fotografia di Monza per supermercati: tra presente e futuro

Com’è la situazione di super e ipermercati a Monza mentre all’orizzonte si ipotizza la svolta urbanistica al Rondò dei Pini con una variante del piano attuativo per l’area ex Colombo e, tra le altre cose, un supermercato di “media superficie di vendita”. Ma l’Unione commercianti ammonisce: «La città è satura».
Monza: Coop alla ex Cgs
Monza: Coop alla ex Cgs

L’ultimo a essere inaugurato, in ordine di tempo, è stato l’Iper Monza Maestoso: in via Sant’Andrea, sulle ceneri del vecchio cinema, ha aperto al pubblico il 5 dicembre la struttura innovativa che, ispirandosi ai padiglioni Baltard delle Halles di Parigi, unisce supermercato e ristorazione.


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L’ipermercato di Cazzaniga è solo l’ultimo tassello di un puzzle che, in città, si sta arricchendo di nuove strutture dedicate alla grande distribuzione organizzata, mettendo in difficoltà la resistenza dei piccoli negozi di vicinato: nel quartiere le prime preoccupazioni da parte dei commercianti non hanno tardato a farsi sentire. Lo stesso è successo a Sant’Albino a settembre, quando ad aprire i battenti è stato un nuovo discount, l’Eurospin, nell’ambito di un progetto che ha portato all’inaugurazione di un nuovo spazio commerciale comprendente anche un ristorante. L’Eurospin di Sant’Albino è andato così ad affiancarsi al punto vendita in via Buonarroti.

La stessa rivoluzione commerciale sarà vissuta a breve anche dai quartieri di San Carlo e di San Giuseppe: gli scaffali della nuova Coop di via Solferino si riempiranno tra pochi mesi,nelle previsioni da marzo, nell’ambito di un intervento che comprende anche la realizzazione di spazi privati di interesse pubblico, come studi medici o dentistici.

Quella di via Solferino farà il paio con la Coop di via Lecco, inaugurata nel 2016. Per il nuovo insediamento commerciale di San Rocco, invece, bisognerà aspettare ancora qualche tempo: la realizzazione di una media struttura di vendita è stata inserita nell’ambito del piano attuativo che è partito in via Val d’Ossola, negli spazi dell’ex Garbagnati. Poco distante, però, è stato inaugurato da circa un anno il Penny Market di via Borgazzi. Il nuovo si aggiunge all’esistente e i numeri parlano di oltre venti tra iper e supermercati presenti in città. Per l’esattezza, venticinque. Gli Esselunga sono tre: uno a San Fruttuoso, uno in via Buonarroti e uno in viale Libertà, angolo viale Stucchi – l’ultimo dei tre ad essere stato inaugurato ormai quattro anni fa, nel gennaio 2016.

Poco distante, tra viale Stucchi e via della Guerrina, c’è l’Iper, il primo della catena a aver trovato spazio in città. Allo stesso gruppo di Iper, Finiper, fanno capo anche altri supermercati: gli Unes – U2: agli storici punti vendita di via Manzoni e via Marsala ha fatto seguito l’apertura, qualche anno fa, di una nuova struttura in via Cederna. Cinque, invece, le strutture brandizzate Carrefour: ai market di via Boito e di via San Rocco si aggiungono i tre express di via Cavallotti, via Bergamo e via Pretorio, all’ombra dell’arengario. Nel cuore della città, oltre allo storico Gigante di via Porta Lodi, ci si imbatte anche nel Pam di via Italia e nel to.market della stazione di via Arosio. Mappa alla mano, in città, tra gli ipermercati si conta anche l’Auchan di via Lario. Uno solo, invece, il punto vendita presente a Monza per altri marchi: in via Giotto, a Regina Pacis, si trova il Tuodì. Poco distanti anche altri due discount: il Lidl di viale Foscolo e l’In’s di via Rota. Chiude l’elenco, in viale Elvezia, Biolife, il superbiomercato.

A questo si aggiungono ovviamente i centri commerciali della cintura: solo stando negli immediati dintorni, il Gigante di Villasanta e le strutture di vendita sulla Valassina.

E i commercianti cosa dicono? «La città è satura e continuare in questa direzione sarebbe davvero assurdo». Il presidente dell’Unione commercianti di Monza e del circondario Domenico Riga commenta così il proliferare, in città, di “medie strutture di vendita”.

«Intanto – ha iniziato a spiegare – da parte di Regione Lombardia andrebbe rivisto questo concetto».
Perché per una città delle dimensioni di Monza, e quindi con un numero di abitanti decisamente superiore a 10mila, la dimensione di quella che viene definita media struttura di vendita può spaziare tra i 250 e i 2.500 metri quadri: superfici eccessive che, secondo Riga, andrebbero decisamente contenute. Poi, prosegue, sarebbe il caso di ragionare in termini più strettamente urbanistici: «Confcommercio non ha nulla in contrario alla riqualificazione delle aree dismesse – precisa – ma non è possibile prevedere, per ogni loro recupero, la realizzazione di un nuovo supermercato. Si tratta di un’equazione, questa, che non può continuare a resistere. Perché, se da qui a dieci anni, tutti gli ambiti di trasformazione previsti dal Pgt e dalla futura sua variante dovessero davvero realizzarsi, in città si rischia di poter vedere sorgere oltre un milione di metri quadri di nuova offerta commerciale: uno scenario che metterebbe definitivamente in ginocchio le attività di vicinato».

Anzi: «Sarebbe il caso di prevedere come obbligo, nell’elaborazione del Pgt, anche di un piano dedicato allo sviluppo commerciale: un documento – prosegue – che metta bene in luce la situazione attuale e che parli delle reali necessità del territorio strettamente da questo punto di vista». Il presidente non indora la pillola: «Per le piccole attività il 2019 è stato un anno difficile e mi spiace sapere già che molte nuove aperture previste per l’anno prossimo creeranno ulteriori difficoltà».