Il caso di infezione da virus Zika era vero, ma la donna colpita vive a Milano e non a Monza: è mancato un dettaglio all’Ats della Brianza, l’ex Asl, che nel tardo pomeriggio di venerdì 16 settembre ha comunicato al Comune l’episodio e ha fatto scattare a piazza Trento il protocollo di disinfestazione. Che è stato annullato nel giro di un’ora.
Intorno alle 18.15 l’autorità sanitaria di Monza ha confermato al municipio l’infezione in una donna con residenza in via Tomaso Grossi, alle porte del centro: come previsto da una circolare del ministero della Salute e dal piano nazionale di prevenzione, il sindaco ha firmato l’ordinanza che prevede un’ampia disinfestazione per dare la caccia a eventuali focolai di larve di zanzare, l’insetto responsabile della trasmissione del virus pericoloso soprattutto per le donne in gravidanza.
Nell’ordinanza del Comune si legge che era stato dato mandato per una disinfestazione che avrebbe avuto come epicentro via Grossi 5 e si sarebbe sviluppata nel raggio di 200 metri, interessando parte delle vie Dante, Volta, Cantù, Caronni, Giulini, Rivolta e Borghetto. Poi l’allerta ai residenti e alle attività lavorative: fate entrare i disinfestatori, chiudete porte e finestre, fate rientrare gli animali domestici.
Insomma: la macchina di prevenzione era partita. Poi l’Ats ha scoperto che la donna – che aveva contratto il virus durante un viaggio in Giamaica – in realtà vive a Milano, nonostante la residenza a Monza. E le operazioni sono state bloccate. È andata così: all’ospedale Sacco di Milano, dove la donna è stata presa in carico, avevano registrato la sua residenza ufficiale. Ed è partito il protocollo sanitario. Solo quando le è stato segnalato che sarebbe partita la disinfestazione nella sua abitazione e le hanno chiesto conferma della residenza, ha fatto presente che non viveva a Monza.