È stato uno dei “misteri” gloriosi di Pedemontana. Di sicuro uno dei meglio custoditi visto che ancora oggi a fare testo è una dichiarazione arrivata al culmine di uno scambio risalente a un mese fa tra il direttore di Apl Spa, Sabatino Fusco e un cittadino inviperito di Lesmo. Stiamo parlando dei fondi Bei, la Banca europea di investimenti cui Pedemontana si era rivolta per un finanziamento da 554 milioni di euro.
Una manna per sostenere un progetto arrivato a sfiorare i 5 miliardi. Solo una delle tante cifre alla voce “prestiti”. Ossia, debiti. Orbene. Proprio il direttore Fusco aveva assicurato che i fondi erano stati erogati e dal dicembre 2024 si trovavano sui conti di Pedemontana. Il che è vero. Ma ora si scopre che è vero solo a metà. Sì perché a rispondere a una richiesta specifica avanzata lo scorso 3 marzo, da comitati e liste del territorio (firmatari della lettera sono Alternativa Verde Desio, Altra Bovisio Masciago, il Comitato ambiente Bovisio, Cittadini per Lentate, Gas Vitale Arcore, Impulsi sostenibilità e solidarietà Meda, ImmaginArcore, Legambiente circolo Gaia di Usmate – Velate, Legambiente circolo Laura Conti di Seveso, la lista civica Altra Bovisio, Movimento No Pedemontana Lesmo, Passione civica di Cesano, Sinistra e ambiente di Meda, Seveso Futura e Un parco per Bernareggio) è stata, proprio Bei.
La Bei finanzia Pedemontana in parte: il silenzio sulle somme
«A Bei sono stati posti due quesiti – spiega Roberto Sala del comitato No Pedemontana Arcore – il primo se il prestito sia stato ritenuto compatibile e ammissibile nonostante l’inserimento della variante D Breve che ha trasformato il progetto originale. L’altro, se il prestito sia stato effettivamente erogato, in quale data e con quale atto specifico». E Bei nei giorni scorsi ha replicato. La risposta non entra nel dettaglio, ma conferma che “il prestito, in linea con i prestiti erogati dagli altri finanziatori, è stato parzialmente erogato nel dicembre 2024” . Quanto parzialmente non è dato sapere. «I comportamenti di Apl – commentano oggi gli estensori della richiesta – sono stati un’altra volta connotati dalla scarsa trasparenza e dal poco rispetto per i cittadini, poiché Pedemontana Lombardia non ha mai reso pubblici gli estremi degli atti relativi all’erogazione del prestito, né ha mai precisato che si trattava solo di una parte della somma».
Una linea che – sottolineano i firmatari – la società (che è a quasi totalità pubblica) avrebbe mantenuto anche sul resto dei fondi, ossia quelli provenienti da Cassa depositi e prestiti e dagli istituti di credito privati. «I soci di Apl, che sono soggetti pubblici, dovrebbero imporre di rimediare a questa situazione» chiedono ora.
La Bei finanzia Pedemontana in parte: la D Breve non è prevista
Altro discorso invece quello relativo alla D-Breve, ossia quella modifica del tracciato che al posto che proseguire verso la bergamasca, si vorrebbe far scendere in parallelo alla tangenziale fino ad Agrate e all’ingresso con l’autostrada. Bei di questo nulla sapeva. Ossia, nessun documento è stato mai notificato alla banca.
“Desideriamo inoltre informarla – si legge nella lettera di Bei – che, ad oggi, la banca non ha ricevuto alcuna notifica formale dell’approvazione da parte delle autorità competenti della nuova Sezione D (la D breve, ndr) menzionata nel suo messaggio”.
Va detto che la tratta D Breve non rientra nel finanziamento Bei, erogato solo per B2 e C, tuttavia la questione potrebbe non essere di secondaria importanza dal momento che i soldi richiesti erano vincolati al progetto di attraversamento est – ovest. Ossia senza D Breve e con tratta D in prosecuzione per Bergamo. Ciò che significherebbe in primis la modifica sostanziale del progetto ai fini del finanziamento (ed è su questo che l’Ue ha annunciato un supplemento di indagine) e in seconda battuta il fatto che Pedemontana, almeno in linea teorica, non potrebbe utilizzare i fondi Bei per la D Breve. Su questo punto, l’ente europeo resta vago, rinviando la “valutazione dei potenziali impatti sul progetto finanziato (…) una volta che tale modifica sarà formalmente notificata alla banca dal promotore del progetto, in linea con gli obblighi previsti dal contratto di finanziamento”.
La Bei finanzia Pedemontana in parte: il progetto cambiato
Obblighi previsti dal finanziamento. Come, appunto, quello di realizzare l’attraversamento est- ovest. Si tratta di un punto cruciale, poiché si muove sulla falsa riga di quel che stanno sostenendo anche i sindaci del territorio firmatari della diffida presentata al Cipess e relativa proprio alla realizzazione della D Breve. In altre parole, dicevano i sindaci a suo tempo, la D Breve non sarebbe una variante, ma una modifica sostanziale del progetto. Tesi che anche i firmatari della lettera (già autori peraltro in un esposto nel 2023) ora tornano a ribadire: «La Bei con 554 milioni di euro finanzia solo le tratte B2 e C, ma tale finanziamento è stato concesso sulla base di un progetto di connessione autostradale est-ovest che, senza la tratta D originariamente inclusa, o con una tratta D modificata pesantemente tanto da assumere l’aspetto di un raccordo con la A4, o addirittura senza di essa, vede ridimensionata in maniera consistente quella funzione che aveva portato la Bei a concedere il parere positivo all’erogazione».