La Monza di oggi «deve guardare alla Monza che verrà: ogni ragionamento, ogni progettazione, ogni condivisione sullo sviluppo urbanistico della città deve guardare al medio e al lungo periodo». Il 2030 è troppo vicino: Marco Lamperti pensa che la prospettiva sia il 2040.
Intervista all’assessore al Governo del territorio di Monza: rendering e progetto
Dall’ufficio al terzo piano di piazza Trento e Trieste l’assessore al Governo del territorio traccia i contorni della Monza del futuro: lo fa mostrando rendering e progetti, sfogliando documenti, mostrando sui mappali della città fissati al muro i diversi ambiti di intervento. Perché per arrivare pronti al futuro, dice, bisogna avere le idee chiare già adesso: «Contiamo di adottare il nuovo Piano di governo del territorio a consumo di suolo zero tra un anno», annuncia, fissando quindi alla primavera del 2025 un primo punto fermo nel processo di rinnovamento della città.
Spiega: «In termini di opportunità stiamo vivendo un periodo unico, come non accadeva da decenni. Monza è chiamata a giocare un ruolo di primo piano nel contesto territoriale metropolitano e lo dovrà fare al meglio. Non è più la sorella minore di milano: Monza è una città strategica. Dall’arrivo della metropolitana al trasferimento di molte persone da Milano e hinterland alla nostra provincia, più vivibile, fino allo sviluppo di poli produttivi che possano garantire indotto e nuovi posti di lavoro: i cambiamenti in corso sono tanti. Da questi cambiamenti non dobbiamo farci travolgere. Piuttosto, li dobbiamo governare», lavorando «su tre asset fondamentali e puntando a migliorare la nostra qualità di vita».
Intervista all’assessore al Governo del territorio di Monza: gli asset
Numero uno: «La tenuta sociale. Il che vuol dire garantire servizi pubblici, realizzare edilizia convenzionata ed edilizia sociale diffusa».
Poi: «La tenuta economica, per consentire alla città di essere attrattiva e per permettere ai poli produttivi del territorio di crescere, anche grazie al sostegno di investimenti internazionali, motivo per cui la collaborazione con Assolombarda si è fatta stretta». Numero tre: «Come dichiarato in campagna elettorale e come da programma di mandato, puntiamo al consumo di suolo zero, al recupero delle aree dismesse e alla valorizzazione del tessuto storico e industriale della città».
Intervista all’assessore al Governo del territorio di Monza: urbanistica dal volto umano
Insomma: «Lavoriamo per definire un’urbanistica dal volto umano, che sia sostenibile da un punto di vista ambientale grazie, e soprattutto, alla realizzazione di nuove aree verdi e alla tutela del verde esistente», sottolinea l’assessore ingegnere, classe 1987, rispondendo (anche) alle numerose puntualizzazioni delle associazioni e dei comitati ambientalisti, più attenti che mai all’analisi e alla critica dei diversi interventi urbanistici in corso.
«Il nuovo Pgt sarà un Pgt di rottura rispetto ai precedenti già a partire dalla sua strutturazione. Chi opererà nei diversi ambiti di trasformazione non dovrà fare riferimento solo al proprio piano, perché sarà chiamato a seguire vincoli e indirizzi definiti su comparti più vasti: la visione deve essere organica, interconnessa, utile anche a sbrogliare alcuni dei nodi storici più critici di Monza, come la viabilità e la difficoltà di attraversamento».
L’amministrazione ha ultimato l’assegnazione degli incarichi esterni finalizzati alla redazione di tutti i documenti propedeutici alla stesura del nuovo Pgt – rischio idraulico, Vas, approfondimenti legali: «In base ai risultati di queste analisi, strettamente tecniche, definiremo in maniera puntuale l’indirizzo politico delle nostre scelte: la città sta cambiando e cambieremo anche il nostro modo di viverla»