Mezzago: il centro diurno ora resta aperto con polemiche annesse

Il centro diurno di Mezzago ora resta aperto almeno fino a luglio, ma le polemiche non si placano.

Il Cdi Casa del Sorriso di Mezzago non chiude, nemmeno temporaneamente, ma non si placano le polemiche tra maggioranza e minoranza. La notizia è stata data dal primo cittadino Massimiliano Rivabeni durante il consiglio comunale di mercoledì 24 aprile. In discussione l’ordine del giorno presentato da Mezzago Democratica nei giorni successivi alla comunicazione, avvenuta sempre in consiglio il 5 aprile, della sospensione del servizio. Il motivo portato in aula era che il il concessionario che ha in gestione la struttura, con un contratto scaduto a settembre e prorogato fino al 21 marzo, aveva rifiutato un’ulteriore proroga oltre a aprile in quanto la situazione di frequentazione del Cdi di Mezzago, “in linea con quanto succede anche in altre realtà -aveva spiegato il sindaco – dopo il Covid si è fortemente abbassata e non è più economicamente sostenibile da tempo”. RIvabeni aveva quindi annunciato che la soluzione sarebbe stata quella della sospensione, almeno temporanea del servizio in attesa della nuova gara, e lo spostamento degli ospiti al Cdi di Ronco Briantino. La minoranza già durante il consiglio aveva sottolineato la propria contrarietà a quanto deciso e evidenziato eventuali criticità che sarebbero potute sopraggiungere con l’accreditamento di Ats della struttura. Nei giorni successivi aveva chiesto la convocazione di un nuovo consiglio comunale presentando un ordine del giorno e avviato una raccolta firme per una petizione sottoscritta da 379 cittadini.

Mezzago: il centro diurno ora resta aperto fino a luglio

Durante il consiglio di mercoledì Rivabeni ha annunciato «In questi giorni non abbiamo mai smesso di lavorare e abbiamo avuto delle interlocuzioni con Ats. Il risultato è la prosecuzione senza interruzione fino ad oltre la metà di luglio, per rispettare gli obblighi della normativa regionale di accreditamento. Il servizio continua ad essere erogato come prima. La nuova gara è stata lanciata questa mattina ed entro il 26 maggio avremo una risposta e per incentivare la partecipazione abbiamo deciso di prevedere un canone variabile». La maggioranza ha poi presentato un importante emendamento alla proposta di delibera presentata da Mezzago Democratica che il gruppo di minoranza ha rifiutato di approvare:

Mezzago: il centro diurno ora resta aperto e l’uscita dall’aula della minoranza

«Durante il consiglio ci era stata comunicata questa novità e si proponeva la sospensione del servizio, che in realtà era la vostra soluzione – ha commentato Giorgio Monti prima di uscire dall’aula assieme agli altri consiglieri -. Abbiamo messo in campo delle azioni dopo che in consiglio siamo venuti a conoscenza delle decisioni che erano già state assunte e comunicate. In questi banchi è stato detto che erano le uniche soluzioni possibili e ottimali e ricordo che in questo consiglio è stato tentato di non darci la parola sulla questione. Aver cercato di zittirci. La questione dell’accreditamento Ats è stata presa in considerazione giorni dopo che l’abbiamo fatta presente noi in consiglio. Noi abbiamo chiesto di sapere le cose in maniera chiara fuori dal consiglio e chiesto come mai la comunicazione data non avesse minimamente toccato la questione di Ats del centro diurno. Adesso ci viene detto che è stata fatta successivamente. Ora, la situazione presentata oggi, non è nata in questo comune ma ci si è arrivati perché l’accreditamento prevede delle norme. Vi abbiamo fatto una proposta l’8 aprile avete presentato un emendamento che snaturava completamente e andava solo a garantire una giustificazione alla vostra totale incapacità di gestire una situazione che va avanti da 8 mesi. Come possiamo rimanere qua dentro a votare davanti a questo metodo». La risposta è arrivata dal capogruppo di Cambia Mezzago Gian Luca Biffi: «Ancora una volta abbiamo assistito al tentativo di sfruttare politicamente, da parte del gruppo di minoranza, una circostanza che coinvolge le fasce già deboli della cittadinanza. Rispettando le posizione dei cittadini che hanno sottoscritto la petizione che , per come formulata, non può essere che condivisa, riteniamo che questa sia stata strumentalizzata al punto da prevedere la sottoscrizione nei gazebo della campagna elettorale. È chiaro l’intento di raccogliere consensi popolari, omettendo di informare che l’amministrazione stava agendo per scongiurare la sospensione del servizio».