Gli insulti, le minacce (“tanto tra un po’ di ti ammazzo”), le croci disegnate al citofono di casa. E poi una serie di accuse, oltre a quella di stalking, che vanno dalla rapina, alle lesioni, fino alla violazione della legge sul “revenge porn”. Dovrà risponderne un 50enne monzese, in carcere da novembre dopo la denuncia della ex compagna, una 44enne residente in città e l’arresto effettuato dalla Squadra Mobile di Monza. Nei confronti dell’uomo il pm Marco Santini ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio. L’udienza preliminare è fissata ai primi di febbraio davanti al gup Pierangela Renda.
Secondo la denuncia della donna, l’ex fidanzato, non accettando la fine della loro relazione, nel corso di quest’anno avrebbe cominciato a perseguitarla, rivolgendole frasi diffamatorie, riportate anche su alcuni muri di Monza, diffondendo sue immagini intime, e l’avrebbe anche aggredita per strada, afferrandola per il braccio e spintonandola energicamente, fino a provocarle una distorsione alla spalla e in un’altra occasione le avrebbe sferrato un pugno al volto e si sarebbe impossessato del suo telefonino (da qui l’accusa di rapina). La donna ha deciso di costituirsi parte civile.