Il 2019 si chiude con il Pm 10 nell’aria in aumento, con quattro giorni (al 30 dicembre) oltre il limite di 50 microgrammi per metro cubo. Un picco è atteso come sempre nella notte di capodanno, per questo anche Legambiente invita alla moderazione nei festeggiamenti, e le previsioni per i prossimi giorni riferiscono di condizioni molto favorevoli all’accumulo degli inquinanti. Sono le conseguenze dei cieli sereni su Monza e Brianza in un quadro che il bilancio dell’associazione sull’inquinamento, sui dati di Arpa Lombardia, dipinge comunque come “l’anno migliore di sempre”. Che però si chiude “con una pessima aria e nuove emergenze in vista”.
Insomma, se la situazione complessivamente ha mostrato segnali positivi grazie anche al meteo e alle piogge autunnali (anche torrenziali), non bisogna abbassare la guardia.
Il bilancio della qualità dell’aria in Lombardia dice che 7 capoluoghi su 12 restano fuori legge quanto a giorni di superamento della soglia critica di polveri sottili, ma i trend dalle centraline Arpa segnalano miglioramenti forti a Milano come a Bergamo, Monza e nei capoluoghi pedemontani.
Monza conta una media annua di 27 microgrammi per metro cubo che la pone in una posizione intermedia (in testa Milano-Pavia-Cremona con 32, in coda Lecco con 19). È però ancora fuorilegge per il massimo di 35 giorni oltre i limiti di Pm 10 tollerati dalla direttiva europea, anche se con 43 giorni migliora il dato dell’anno precedente (oltre 50). È in compagnia di Milano, Cremona, Pavia, Lodi, Mantova e Brescia. Mentre le uniche città che possono dirsi “al sicuro” da questo punto di vista sono Lecco, Sondrio, Varese, Como e per la prima volta Bergamo (con 28 giorni oltre la soglia).
“Il malato cronico dà segni di miglioramento – sottolinea Legambiente – Troppo presto per tirare un sospiro di sollievo, ma i dati sono incontestabili. Nel 2019 nessun capoluogo di provincia lombardo ha registrato valori medi annui di inquinamento superiori alla soglia di riferimento europea, pari a 40 microgrammi al metro cubo di aria per le polveri sottili. Milano è tra le città che nel corso degli ultimi anni hanno fatto registrare i più marcati miglioramenti, anche per merito delle misure antitraffico adottate dall’amministrazione”.
Il 2020 si apre però con la prospettiva di nuova emergenza smog, che pare destinata a durare a lungo. “La lotta allo smog ci terrà impegnati ancora per molti anni, perché le misure necessarie a interrompere la sequenza di infrazioni alla direttiva comunitaria sulla qualità dell’aria sono state finora intraprese con insufficiente convinzione, soprattutto sul versante della riduzione del traffico”, avverte Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.
“Il trend per gli inquinanti è positivo per tutta la Lombardia, ma ci sono delle differenze – rileva Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia – Milano è la città in cui la qualità dell’aria è migliorata maggiormente, se si considera che prima dell’introduzione delle misure di limitazione del traffico, era comune misurare medie di Pm10 anche superiori ai 50 microgrammi/mc, mentre nell’anno che si chiude abbiamo di poco superato i 30, dunque ben sotto la soglia europea. Il miglioramento è stato molto meno rilevante nei capoluoghi della “Bassa”, da Cremona a Brescia, Mantova e Pavia, dove tra le maggiori cause di inquinamento pesa sicuramente molto di più il numero eccessivo di grandi allevamenti e gli spandimenti di liquami, su cui finora gli sforzi sono stati insufficienti”.