Se il 2019 dal punto di vista della qualità dell’aria era stato l’anno “migliore di sempre”, il 2020 rischia di bruciare quanto guadagnato. In un’emergenza smog scattata il 27 dicembre, con un breve pausa a cavallo dell’epifania, il 15 gennaio la provincia di Monza e Brianza ha vissuto il nono giorno consecutivo con il Pm 10 oltre il limite consentito di 50 microgrammi per metro cubo: 99,7 il dato medio registrato dalle centraline Arpa sul territorio, quasi due volte il limite, una soglia non raggiunta neanche a capodanno quando di solito si registrano i picchi a causa dei fuochi artificiali. Nonostante una debole pioggia. Le previsioni meteo riferiscono tempo stabile e condizioni sostanzialmente neutre, con la sola giornata di sabato indicata come favorevole per la dispersione degli inquinanti. In attesa di una perturbazione che potrebbe spazzare un po’ l’aria della pianura padana.
E poi c’è Sant’Antonio. In Brianza sono già stati annullati diversi falò in programma a cavallo del weekend per motivi ambientali: al parco Increa a Brugherio, a Lissone e all’oratorio don Bosco di Cesano Maderno, a Monza all’oratorio Frassati di Cederna. Legambiente chiede un intervento ad ampio raggio per fermare i roghi.
“Immobilismo – denuncia Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – È la parola d’ordine che sta caratterizzando la posizione di Regione Lombardia sulla questione emergenza smog. L’aria da inizio anno è tossica e i livelli di polveri sottili non accennano a diminuire in buona parte del territorio lombardo, eppure l’Assessore all’Ambiente Raffaele Cattaneo difende la decisione di non applicare ulteriori misure a per contrastare l’inquinamento dell’aria. Siamo stanchi dei botta e risposta ideologici su questioni importanti come l’inquinamento e la salute dei cittadini. Come fa l’assessore a dire che i dati danno ragione a Regione Lombardia quando è proprio Arpa che certifica il dato di inquinamento giornaliero? Sarebbe più onesto dire che vedremo gli effetti delle misure strutturali in atto nel prossimo decennio (vedi rinnovo parco auto) ma le polveri sottili e gli NOx continueranno a tenerci compagnia perché non si investe abbastanza sulla riqualificazione degli edifici, non si cambia agricoltura e non si fa l’unica cosa che in altre città europee viene già attuata: limitare il più possibile la circolazione delle auto potenziando il trasporto pubblico locale rendendolo preferibile. Siamo difronte ad una situazione allarmante e la Regione Lombardia indossa il paraocchi, aspettando l’arrivo provvidenziale di pioggia e vento, dimostrando così di non essere in grado di affrontare le emergenze in tema di smog e denigrando, anzi, quei Comuni virtuosi che si pongono in prima linea per contrastarlo anche con iniziative drastiche».
Milano guida la classifica per i giorni di superamento della soglia critica di polveri sottili, ma è l’unica ad avere già attivato le misure di emergenza di secondo livello, “che evidentemente funzionano se fatte rispettare: infatti – sottolinea l’associazione – è l’unica città, tra tutti i capoluoghi, ad aver migliorato, sia pur di poco, la propria situazione ambientale nella giornata di mercoledì che, contro le previsioni, è risultata in assoluto la peggiore in termini di qualità dell’aria da quando, negli ultimi giorni dell’anno scorso, è incominciata la fase di prolungata stabilità atmosferica. A parte Sondrio, tutti i capoluoghi sono ‘fuori legge’ per quanto riguarda lo stato di contaminazione atmosferica che, a Bergamo, Monza e nei capoluoghi della ‘Bassa’, si è attestata su valori circa doppi rispetto alle soglie di inquinamento stabilite dalla UE”.
Oltre alle limitazioni di secondo livello introdotte a Milano, sono scattate le misure temporanee di primo livello nei comuni con più di 30mila abitanti e in quelli aderenti su base volontaria nelle province di Monza, Cremona, Lodi e Mantova. Considerate le previsioni meteo, ancora favorevoli all’accumulo degli inquinanti, ancora per almeno due giorni non si potrà procedere con la disattivazione delle misure temporanee.
E venerdì 17 gennaio ricorre Sant’Antonio: «I fuochi che bruciano materiali compositi sono una fonte emissiva di CO2 in utile e dannosa – spiega Barbara Meggetto – Siamo consci dell’aspetto folkloristico e di convivialità che questi eventi hanno per le comunità, ma non devono essere un motivo per peggiorare un’aria che già è irrespirabile. Facciamo un appello al buonsenso degli organizzatori e chiediamo di cancellare i falò in programma, propendendo per azioni simboliche di pari portata emozionale».