Cercavano uomini facilmente ricattabili, proponevano loro incontri omosessuali on line, e poi li facevano cadere in una spirale di richieste incessanti di denaro. E tutto per spendere il denaro in serate all’insegna della “bella vita”: il tavolo prenotato in discoteca, lo champagne, lo shopping. Nove le ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti soprattutto di giovani poco più che ventenni residenti nella Brianza lecchese e a Vimercate. Tre gli episodi contestati (a Busnago, Vimercate e Lesmo): si tratta di due ricatti a sfondo sessuale nei confronti di due parroci – un prete del vimercatese che nel frattempo si è trasferito, e un altro ecclesiastico della provincia di Bergamo – e un altro episodio di estorsione ai danni di una signora brianzola a cui avrebbero portato via addirittura 80mila euro. Gli inquirenti sono convinti, tuttavia, che la loro fosse un’attività sistematica, e che le vittime potenziali possano essere anche un centinaio.
VAI ALL’EDICOLA DIGITALE I particolari sul Cittadino ed.Vimercate di sabato 25 gennaio 2020
A parte un 42enne, il grosso degli indagati, raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Silvia Pansini, su richiesta del pm di Monza Marco Santini, sono giovani di età compresa tra i 19 e i 23 anni, quasi tutti italiani. Oltre che da Vimercate, vengono da Casatenovo, Merate, Viganò, Sirtori, Cremella. Lunedì verranno sentiti dal giudice per l’interrogatorio di garanzia.
A indagare sono stati i carabinieri della compagnia di Zogno, nel bergamasco, zona in cui risiede uno dei due religiosi caduti nella rete di ricatti. Da quel fatto, che aveva portato all’arresto di cinque persone a giugno dello scorso anno (tre sono coinvolte anche nella retata eseguita venerdì mattina), gli investigatori hanno prima esaminato i tabulati telefonici e successivamente, grazie anche ad attività di intercettazioni ambientali, hanno allargato il giro anche ad altri indagati, dediti, secondo le accuse a ricatti “hard” che partivano da siti di incontri molto comuni. Puntavano a uomini sposati, o comunque che avessero qualcosa da nascondere, in cerca di approcci intimi con giovani. Uno di loro si presentava per quello che avrebbe dovuto essere un incontro sessuale, fino a che non entrava in azione uno o più complici, che filmavano i due insieme. Da quel momento, partiva una richiesta costante di denaro, che il ricattato pagava per il timore che pubblicassero le immagini compromettenti su siti pornografici, o che facessero rivelazioni ai conoscenti. Gli inquirenti hanno ricostruito versamenti per sedicimila euro, ma, come detto, stimano che il denaro sottratto e le vittime siano molte di più. Nel terzo degli episodi ricostruiti dalla procura, invece, la vittima è una facoltosa signora brianzola alla quale gli indagati avrebbero proposto di far ottenere la patente al figlio in modo illegale.