Incidenti sul lavoro in Brianza: «Nelle aziende si rischia di vedere un ispettore ogni 30 anni»

L’allarme dei sindacati dopo la serie di incidenti sul lavoro, anche in Brianza: «Pochi investimenti, si rischia di vedere un ispettore nelle aziende ogni 30 anni»
I sindacati in piazza a Monza per il primo maggio
I sindacati in piazza a Monza per il primo maggio Fabrizio Radaelli

L’ultimo morto brianzolo è di pochi giorni fa, a Bellusco. Un fatto che basta da solo a testimoniare come il tema della sicurezza sul posto di lavoro resta di assoluta attualità. Ma sono brianzoli anche tre su quattro delle vittime dell’incidente alla Lamina di Milano del gennaio scorso, ricordato anche nella manifestazione che si è svolta nella metropoli in occasione del Primo maggio. Un tema, quello della sicurezza, che è stato trattato anche durante la cerimonia monzese per la Festa del lavoro, celebrata da Cgil Cisl Uil con una manifestazione in piazza Roma a Monza.

Anche all’Arengario i sindacati confederali hanno ribadito come serva un deciso cambio di rotta e di mentalità per evitare altri drammatici conteggi. In Brianza nel 2016 le denunce di infortuni mortali sono state 12. Nel 2015 e nel 2014 erano state, rispettivamente, 8 e 6. L’uscita dalla crisi, paradossalmente, rischia di aggravare ulteriormente condizioni già difficili. «La piccola ripresa – ha sottolineato Maurizio Laini, segretario generale Cgil Monza Brianza, oratore ufficiale della manifestazione – esalta il numero degli incidenti e trova un mondo del lavoro meno sensibile, meno attrezzato.

Nel 2016 in Brianza, area a forte vocazione manifatturiera, si è verificato quasi il 10% degli infortuni mortali avvenuti in Lombardia. Il 50% in più dell’anno precedente, il 100% del 2014. Resta inaccettabile morire sul lavoro come si moriva agli inizi del Novecento: è una questione di civiltà». «La crisi – ha precisato Laini – ha picchiato duro sulla sicurezza. Gli investimenti sono diminuiti in questi ultimi 10 anni. E le aziende “rischiano” di vedere un ispettore della sicurezza ogni 30 anni». Laini ha anche sottolineato l’opposizione di Cgil Cisl Uil a populismi e corporativismi, «perché noi siamo abituati a stare quotidianamente vicini ai lavoratori, siamo presenti sui loro problemi».

La sicurezza è stata trattata anche sotto altri punti di vista, raccogliendo i pareri di chi il sindacato lo rappresenta nelle singole fabbriche, come Cristina Scanziani e Dario Cerliani, rispettivamente delegati Cisl e Cgil alla Canali di Sovico e Gelsia Reti di Seregno. «La sicurezza negli ambienti lavorativi – ha spiegato Cristina Scanziani – è il biglietto da visita di una società civile e sviluppata. Noi lavoratori dobbiamo rispettare le norme in materia e denunciare agli organi competenti le situazioni in cui non ci sia sicurezza». «Purtroppo – ha commentato Cerliani – sempre meno attenzione viene dedicata alla vita dei lavoratori». «Il nemico della sicurezza – ha affermato Antonio Macchia, segretario Uilp Uil Brianza – è il profitto. Quando un datore di lavoro non si avvale di mezzi avanzati per garantire la sicurezza, avvengono le tragedie. Noi dobbiamo pretendere dalle istituzioni l’applicazione delle leggi».