L’ex sindaco di Seregno Edoardo Mazza e l’altrettanto ex consigliere comunale Stefano Gatti sono stati scarcerati nella giornata di lunedì 30 ottobre per cessazione delle esigenze cautelari. Mazza è accusato di corruzione in quanto sospettato di aver favorito gli affari di un imprenditore legato ai clan, Antonino Lugarà, in cambio di voti. Era agli arresti domiciliari. Revocata la misura interdittiva anche a Gianfranco Ciafrone, ex assessore comunale seregnese alla Protezione civile
L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Monza e dalla Procura Distrettuale Antimafia di Milano. In tutto erano state 27 le misure cautelari attuate nel maxi blitz di martedì 26 settembre: 21 in carcere, 3 ai domiciliari e 3 interdittive, firmate dai Gip di Monza e Milano.
I destinatari delle misure cautelari sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento (tutti aggravati dal metodo mafioso), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, corruzione per un atto d’ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale.
Tre i filoni dell’indagine: in quello relativo a Seregno, oltre al sindaco Mazza risultano arrestati (in carcere) l’imprenditore Antonino Lugarà originario di Melito Porto Salvo (Rc), 64 anni, residente a Seregno, il consigliere comunale Stefano Gatti, 51 anni, di Seregno (domiciliari), il giussanese Giuseppe Carello 58 anni (domiciliari).
Dopo essere stato trasferito in ospedale per motivi di salute, Antonino Lugarà è stato scarcerato lo scorso giovedì 19 ottobre dal tribunale del Riesame per mancanza di gravi indizi di colpevolezza nell’ambito dell’inchiesta per presunta corruzione che ha azzerato il Comune di Seregno.