Adesso è vero. Domenica 14 dicembre è stato inaugurato il Triennale Design Museum nel Belvedere della Villa reale di Monza con una selezione di pezzi della collezione permanente del design Italiano.
Sono stati il presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza, Carlo Edoardo Valli, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, il sindaco Roberto Scanagatti, il presidente della Regione Roberto Maroni e il neo assessore regionale Fabrizio Sala, a tagliare il nastro e permettere l’accesso al suggestivo ambiente restaurato di recente insieme alla Villa.
Il museo ospiterà oltre 200 testimonianze delle innovazioni, delle sperimentazioni e dell’eterogeneità del design italiano dai grandi maestri.
«La Triennale di Milano con Triennale Design Museum ritorna a Monza nella sede a cui storicamente sono legate le sue origini. Lo fa con grande impegno e mettendo a disposizione uno delle sue risorse più preziose: la Collezione Permanente del Design Italiano. Questo impegno è anche in vista dell’altro grande appuntamento del 2016 l’ esposizione Internazionale della Triennale di Milano numero 21, il cui tema sarà 21st Century. Design After Design e che avrà proprio nella Villa reale, insieme al Palazzo dell’Arte di Milano e ad altri prestigiosi luoghi milanesi, uno dei suoi punti di riferimento più importanti» ha detto Claudio De Albertis, presidente della Triennale di Milano.
«Gli spazi del Belvedere della Villa reale saranno dedicati alla promozione e alla valorizzazione del design, che in Brianza è nato e continua a trovare terreno fertile per lo sviluppo – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli – Triennale Design Museum sarà un luogo della memoria, che ci fa recuperare le radici della nostra identità, con la Triennale che nacque proprio nella Villa Reale di Monza come Biennale delle Arti Decorative, e al contempo i medesimi spazi ospiteranno una realtà dinamica, fatta di incontri e di momenti di formazione, un ponte fra passato e futuro, un laboratorio di condivisione e di tutela del ‘saper pensare’ e del ”saper fare”. La nostra finalità è quella di creare un dialogo fra le competenze tradizionali della bottega artigiana e l’innovazione dei nuovi ”makers”, offrendo la possibilità ai giovani artigiani di incontrare protagonisti del design e della cultura, di fare e sperimentare, perché il futuro è artigiano».
Il percorso è organizzato cronologicamente e spazia dagli anni cinquanta a oggi, alternando le opere di grandi Maestri (da Gio Ponti a Piero Fornasetti, da Franco Albini a Bruno Munari, da Alessandro Mendini ad Andrea Branzi) a quelle di nuovi e giovani designer (da Lorenzo Damiani a Martino Gamper, da Fabio Novembre ai Formafantasma).
In mostra un corpus di pezzi fra i più rappresentativi in termini di innovazione formale e tecnologica applicata al prodotto: dalla serie Bombé di Alessi del 1945 alla Lettera 22 di Marcello Nizzoli per Olivetti del 1950 alla Arco di Achille e Pier Giacomo Castiglioni del 1962 per arrivare alla carriola Carry-on di Francesco Faccin del 2013.