Inaugurata la panchina rossa al Mapelli di Monza

L'8 marzo una panchina rossa è stata inaugurata all’ingresso della scuola Mapelli di Monza.
Inaugurazione panchina rossa all’ingresso della scuola Mapelli di Monza
Inaugurazione panchina rossa all’ingresso della scuola Mapelli di Monza – foto Fabrizio Radaelli Fabrizio Radaelli

Una panchina rossa all’ingresso della scuola Mapelli di Monza che vuole essere un monito per tutti.

Inaugurata la panchina rossa al Mapelli di Monza: il progetto

È stata voluta e inaugurata venerdì 8 marzo, proprio nel giorno dedicato alle donne, al termine dell’incontro “L’amore come antidoto: il femminicidio come emergenza sociale e le strategie per la prevenzione” organizzato dal professore Francesco Cannavacciuolo, a cui hanno preso parte, oltre al dirigente Aldo Melzi, tutti i ragazzi della scuola, il maggiore Emanuele D’Onofri, comandante della compagnia dei Carabinieri di Monza con il maresciallo Alice Gualtieri, Andreina Fumagalli, assessore alle Pari opportunità con il sindaco di Monza Paolo Pilotto, Marilena Arena, presidente Cadom (centro aiuto donne maltrattate). 

Inaugurazione panchina rossa all’ingresso della scuola Mapelli di Monza
Inaugurazione panchina rossa all’ingresso della scuola Mapelli di Monza

Inaugurata la panchina rossa al Mapelli di Monza: il percorso di educazione all’affettività e sessualità

Una mattinata frutto anche del percorso di educazione all’affettività e sessualità voluto dal docente e condiviso dal dirigente, Aldo Melzi.
«Questa panchina è solo un modo per ricordare ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze che esiste un modo di relazionarsi con gli altri – dice il docente – che è ben diverso dalla violenza. In questi mesi abbiamo lavorato molto sul tema del femminicidio, così come delle differenze di genere e anche dei suicidi perché è giusto parlare con i ragazzi di quanto accade intorno a loro. Come insegnante credo sia fondamentale educarli perché il nostro ruolo è proprio di educatori ancor prima che professori».

Inaugurata la panchina rossa al Mapelli di Monza: le domande degli studenti

Proprio la preparazione dei mesi precedenti ha permesso ai ragazzi di non essere spettatori “passivi” dell’incontro ma veri protagonisti, così come hanno testimoniato con tante domande, soprattutto alle forze dell’ordine come ad esempio “come cogliere i segnali di pericolo, quelli di una relazione tossica, come fare a farsi aiutare, anche a scuola, o a chi ci si può rivolgere?”.

«È necessario parlare di temi vicini alla realtà soprattutto quando si parla di femminicidi – spiega il professor Cannavacciuolo – o di suicidio visto che sono temi, purtroppo all’ordine del giorno. Noi non siamo solo docenti, siamo educatori e credo sia importante che i ragazzi abbiano tutte le competenze necessarie per essere cittadini del domani. Gli alunni sono sempre più fragili, non sanno gestire il fallimento e le delusioni, anche d’amore, perché vedono il fallimento come la conclusione di un percorso non l’occasione per ripartire, rinascere. Si deve creare empatia con i ragazzi, devono fidarsi di noi perché possano davvero stare bene a scuola».

Inaugurata la panchina rossa al Mapelli di Monza: l’incontro con i carabinieri

Proprio gli studenti hanno apprezzato questo percorso e, soprattutto l’incontro con le Forze dell’Ordine, come dicono: «Ascoltare una donna in divisa ha reso tutto molto più vicino di quel che pensiamo. Ci hanno invitato a osservare bene quel che accade intorno a noi, a capire il senso di una ”relazione” sana, non sbagliata, a prestare attenzione e cogliere quei segnali che devono essere campanelli d’allarme. Non solo, ci hanno spinto a fermarci e riflettere, parlare anche tra noi di questi argomenti che, spesso, vediamo molto lontani e distanti».