In mille sfidano la pioggia a Monza per scioperare con Cgil, Cisl e Uil

La sciopero unitario si è concluso con il comizio di Maurizio Laini all'Arengario. La stoccata a Matteo Renzi. Il quadro dell’economia brianzola. E un appello: «Basta con la sola politica di rigore voluta dall’Europa».
Il comizio di Maurizio Laini, segretario della Cgil, all’Arengario
Il comizio di Maurizio Laini, segretario della Cgil, all’Arengario Fabrizio Radaelli

Più di mille hanno partecipato alla manifestazione organizzata a Monza da Cgil, Cisl e Uil in occasione dello sciopero provinciale di quattro ore organizzato venerdì 15 novembre. Nel corteo erano presenti le delegazioni di aziende in difficoltà come l’Alcatel Lucent, la Bames-Sem, Micron oltre che del settore pubblico, tra questi quelle di Asl, ospedale San Gerardo e comune di Monza. Insieme a Maurizio Laini erano presenti anche i segretari provinciali di Cisl e Uil, rispettivamente Marco Viganò e Luigi Soldavini. Il comizio finale all’Arengario è toccato al leader della Cgil che non si è lasciato sfuggire l’occasione di punzecchiare Matteo Renzi («salutiamo quel politico spiritoso che rimprovera il sindacato di avere al suo interno un buon 50% di pensionati: perché, non sono cittadini? Non sono un valore? E comunque dimezzando il totale di Cgil, Cisl e Uil vien sempre fuori un bel sei sette milioni di lavoratori attivi iscritti: chi può mettere in campo questa forza?») prima di esaminare la complessità della realtà economica brianzola «devastata da cinque anni di crisi e che oggi presenta quattromila esodati e cinquemila lavoratori in mobilità già a settembre. Il settore tessile è praticamente sparito, il lavoro nelle costruzioni è calato del 25% , il distretto hi-tech conta 1.700 esuberi mentre nel legno arredo il distretto cede centinaia di posti nelle imprese artigiane». Da qui la necessità di intervenire a livello centrale, per cambiare la legge di stabilità, motivo per il quale lo sciopero unitario di quattro ore è stato proclamato. «La direzione giusta – ha detto Laini – è il cambiamento radicale delle politiche europee di austerità, di solo rigore che si sono rivelate fallimentari».