La povertà in Lombardia, e in Brianza, ha sempre più il volto dei bambini. Il dato emerge dal bilancio sociale 2016 del Banco Alimentare lombardo e conferma una tendenza già evidenziata negli ultimi anni. Sono quasi 209mila gli assistiti in tutta la regione nello scorso anno e 65mila sono minori; 22mila sono bambini da zero a 5 anni. A Monza e in Brianza i minori sono oltre 5mila, sulle complessive 17.170 persone in stato di bisogno seguite dalle strutture caritative che si appoggiano al Banco Danilo Fossati onlus, con sede a Muggiò, centro di recupero e ridistribuzione gratuita di tante eccedenze alimentari.
Dunque la povertà non rallenta ancora, nonostante i segni di ripresa a livello economico. Sono 4 milioni e 742mila, una persona su 13, gli individui che, come rilevato dall’Istat nel 2016, vivono in condizione di povertà assoluta: più del doppio rispetto all’inizio della crisi economica, nel 2008. E a subire le conseguenze di questi anni difficili sono sempre più i minori e i giovani. Il dato brianzolo rispecchia drammaticamente quello dei minori poveri in Italia: un milione e 292 mila, più 14% rispetto al 2015.
Attraverso una rete di 1.259 strutture caritative partner, il Banco Alimentare della Lombardia è riuscito nel 2016 a distribuire 30,4 milioni di pasti equivalenti alle 208.882 persone assistite, recuperando, raccogliendo e consegnando gratuitamente 15.193 tonnellate di alimenti grazie all’aiuto di sostenitori e partner.
La maggior parte dei minori assistiti sono figli di immigrati, ma molti sono anche figli di famiglie italiane che vivono sotto la soglia di povertà, che contano sul pacco viveri distribuito dalle tante associazioni. San Vincenzo, Caritas, Banchi di solidarietà, Centri di aiuto alla vita, Croce rossa italiana tra le realtà più grandi. E dall’inizio della crisi il compito di questi enti caritativi è divenuto sempre più complesso. In totale sono 96 le strutture distribuite in tutta la Brianza: una rete molto fitta, segno di un territorio da sempre solidale, oggi però alle prese con una povertà che sembra fare, anno dopo anno, sempre meno distinzioni tra stranieri e italiani, uomini e donne, adulti e bambini. Perché gli stipendi di molte famiglie si esauriscono in fretta e pagare l’affitto o le bollette spesso è complicato. A volte basta una malattia imprevista per cadere nella soglia di povertà. I bimbi poveri sono i figli delle famiglie numerose ma anche di genitori separati, di madri single, papà o mamma disoccupati o di coppie giovani con un lavoro precario. In Lombardia, degli assistiti dal Banco, uno su tre è un bambino o un adolescente, trascinato con tutta la famiglia in una situazione di difficoltà. E di questi poveri uno su due è italiano. Il pacco alimentare rappresenta in molti casi l’unica possibilità per i genitori di offrire ai propri bambini un pasto degno.
«Il nostro è un concreto esempio di come l’unione di intenti tra diversi soggetti faccia la differenza, poiché non siamo soli nel portare avanti le nostre attività, ma abbiamo straordinari “compagni di viaggio” – rimarca Marco Magnelli, direttore del Banco Alimentare della Lombardia. -Insieme ai nostri dipendenti, possiamo contare su 720 volontari che mettono a disposizione il loro tempo, 667 aziende donatrici di alimenti e 279 di beni e servizi che contribuiscono ad aiutare chi ha più bisogno, attraverso le strutture caritative convenzionate. È grazie a tutti loro che il Banco Alimentare della Lombardia riesce ogni giorno a prestare aiuto a poveri, emarginati e a chi è in difficoltà». Di fatto, una enorme catena di solidarietà, che in Brianza diventa àncora per molte famiglie.