Nell’ambito della revisione del settore dei mercati promossa a Seregno, che avrà il suo perno nell’avvio dell’area mercatale in viale Piave a Santa Valeria a partire da mercoledì 3 marzo, si è conclusa martedì scorso, dopo oltre un decennio, l’attività del mercato del Ceredo, dove dal 2 marzo, sempre il martedì, rimarranno soltanto un banco di ortofrutta e uno di prodotti ittici. L’addio si è consumato non senza un pizzico di amarezza.
Lo prova lo striscione con la scritta “Grazie per tutto”, che Omar De Luca ha esposto sulla sua bancarella di prodotti alimentari per tutta la mattina, per esternare la sua riconoscenza ai clienti che lo hanno accompagnato.
«Sono qui da quasi 10 anni e questo passaggio mi dispiace molto – ha spiegato il marianese -. L’idea di chiudere mi sembra sbagliata e la giornata pone termine ad ogni speranza di un passo indietro. Ci rimane la consolazione delle tante amicizie strette con i residenti, perché l’esperienza insegna che l’unica moneta che vale è la buona azione. Certo, a livello professionale, non avere una piazza il martedì sarà molto penalizzante, anche se continuerò a fare consegne nel quartiere. Perché non vado a Santa Valeria? Perché là non ho trovato un posto disponibile».
Tristezza si è letta anche nelle parole di Maria Vainieri, medese, una delle clienti più affezionate del mercato tra il viale Tiziano e la via Veronese: «Sono amareggiata. Per me che arrivo da Meda, questo mercato ha sempre rappresentato una comodità. La strada da percorrere è poca e la merce che trovo qui è di ottima qualità: la frutta può essere conservata in buone condizioni a lungo, come non avviene quando faccio acquisti in altri punti vendita».
Uno stato d’animo, più o meno, manifestato anche dagli altri clienti, secondo i quali «questo mercato avrebbe dovuto continuare la sua attività qui».
Chi al Ceredo proseguirà a rimanere, anche se in una situazione differente, è Michele Cerrone, l’ambulante di Bregnano titolare di un banco di prodotti ittici: «Mi hanno detto che ci sposteranno nella piazzola di parcheggio sul lato delle scuole. Non sarà bello non avere più al mio fianco tanti amici, che come me hanno lavorato in questa sede per molti anni e che ora sono costretti ad andare via. Spero di riuscire a guadagnarmi la giornata come sempre, anche se la concorrenza del nuovo mercato si farà sentire».
Il Lazzaretto ha detto addio al suo mercato mercoledì scorso, da decenni animava con cadenza settimanale le vie Grandi e Silva. Da mercoledì 3 marzo, gli operatori si trasferiscono in zona Santa Valeria, mentre i residenti sul posto potranno rivolgersi per la loro spesa agli ambulanti del mercato del sabato in piazza Linate-8 ottobre 2001 e, nel breve o medio termine, potranno contare sul servizio di un paio di banchi di alimentari.
«Sono qua dal 1994 e dispiace andarsene – ha commentato il giussanese Roberto Viganò, titolare di un’attività di ortofrutta – Io sono tra quelli che avrebbero preferito rimanere. La verità è che non credo che siamo di fronte al trasferimento di un mercato: piuttosto, se ne sta chiudendo uno storico, questo, per aprirne un altro. L’unica certezza che abbiamo è che, a Santa Valeria, dovremo ripartire da zero. Poi, naturalmente, tutti speriamo che le cose vadano per il meglio».
L’approfondimento, quindi, è proseguito: «I dubbi maggiori per l’area di viale Piave riguardano i parcheggi. Come sarà possibile posteggiare in modo adeguato lì attorno? La scorsa settimana, quando abbiamo effettuato la prova per verificare gli spazi, ho fatto un giro a piedi attorno ed ho contato soltanto quattro stalli liberi. Questo è l’elemento principale di preoccupazione».
Qualche perplessità è emersa anche dal parere di Enrico Colombo, marianese, che propone con il suo banco prodotti alimentari: «Credo che a Santa Valeria il bacino d’utenza per noi non mancherà, ma sicuramente un po’ rattrista lasciare un quartiere come il Lazzaretto, che già di suo è sprovvisto di negozi. Noi ambulanti per gli anziani eravamo un punto di riferimento ed ora temo che la nostra assenza, per almeno una parte di loro, possa essere un problema. Magari, anziché chiudere del tutto il mercato, sarebbe stato utile lasciare qui una fila con quattro o cinque di noi, per dare una continuità».
Più o meno analoga, da questo punto di vista, è stata l’opinione ancora di Viganò: «A Santa Valeria ho già lavorato fino al 2006, quando il mercato del sabato è stato spostato in piazza Linate-8 ottobre 2001, e so che la clientela potenziale esiste. Magari, a posteriori, sarebbe stato meglio che questo mercato venisse trasferito subito là: ora il rischio è che la gente abbia cambiato le abitudini per la spesa. Ma comunque abbandonare il Lazzaretto dispiace: qui avevamo una clientela che si fidava ciecamente di noi».