Impiegato pubblico col doppio lavoro: spacciava hashish e marijuana alla “Monza bene”

Trent’anni, un contratto a tempo determinato in un ente pubblico, e una fedina penale illibata. Un bel trilocale signorile in un condominio di Lissone, con i pavimenti dell’atrio in marmo. E un secondo lavoro: lo spacciatore di hashish e marijuana a Monza.
Monza, la droga sequestrata allo spacciatore da parte della polizia di Stato
Monza, la droga sequestrata allo spacciatore da parte della polizia di Stato Fabrizio Radaelli

Trent’anni, un contratto a tempo determinato in un ente pubblico, e una fedina penale illibata. Un bel trilocale signorile in un condominio di Lissone, con i pavimenti dell’atrio in marmo. E un secondo lavoro: lo spacciatore di hashish e marijuana a Monza. Al dettaglio, magari per le comitive di giovani del centro, quelli della ”Monza bene”, e anche come grossista per altri pusher attivi in città e nel circondario.

Gli affari sembravano andare davvero a gonfie vele per il lissonese di origini napoletane, a giudicare dalla contabilità che gli agenti della Squadra investigativa del commissariato di Monza stanno esaminando sull’agendina sequestrata al trentenne assieme a 6mila euro in contanti, 700 grammi di hashish, e mezzo chilo di marijuana. Stando ai movimenti di “dare e avere” annotati dal lissonese, il giro d’affari andrebbe dai 38mila euro di gennaio, fino al picco di 50mila a marzo.

Le indagini sono in corso, anche su eventuali disponibilità bancarie. Per il momento, il profilo emerso sino a questo momento sarebbe quello di uno spacciatore di medio livello, non uno da qualche grammo venduto al dettaglio in qualche giardinetto.

Più che altro, il sospetto degli inquirenti è che faccia a sua volta da fornitore per altri spacciatori di zona. Gli agenti, in una stanza della casa in cui vive da solo, hanno trovato l’hashish, confezionato per lo più in panetti da mezzo etto ciascuno, più sottili rispetto a quelli tradizionali, e quindi più facili da nascondere, secondo quanto spiegano dagli uffici del commissariato.

Qualcuna di queste tavolette sottili, aveva un marchio impresso su un lato che riproduceva il simbolo di una nota casa automobilistica. Un metodo classico per contraddistinguere provenienza o qualità della merce.

Elemento di novità, semmai, è la panetta più sottile. L’erba invece, era confezionata ‘sottovuoto’: un modo per conservarla e impedire che l’aroma di sprigioni. Secondo le prime analisi, si tratta di merce di alta qualità. Segno che gli affari del trentenne incensurato sono rivolti verso una clientela medio-alta. Gli agenti, negli scorsi giorni, hanno avuto notizia di un’automobile che si vedeva con una certa frequenza nelle zone del centro di Monza, con una descrizione sommaria del sospetto.

Una breve indagine, ha permesso di risalire al personaggio. Martedì pomeriggio, gli agenti lo hanno atteso sotto casa, e lo hanno arrestato. È stato condotto in carcere, a disposizione dell’autorità giudiziaria.