Rimessi in libertà per “mancanza di gravi indizi”. Il tribunale del Riesame di Milano rimette in discussione l’impianto accusatorio dei pm monzesi che, nell’ambito della maxi inchiesta “Seregnopoli”, avevano mandato ai domiciliari alcuni imprenditori e l’ex comandante della polizia stradale di Monza Gabriele Fersini con accuse di corruzione.
Annullate, secondo quanto appreso, le ordinanze agli arresti domiciliari eseguite prima di Natale nei confronti di Fersini, difeso dall’avvocato Massimo Bordon, e degli imprenditori Emilio Giussani (avvocato Alessandro D’Addea), Ivano Santambrogio, e per mancanza di esigenze cautelari Salvatore Prestifilippo, difeso dagli avvocati Alessandro Meregalli e Amedeo Rizza. Ci vorrà ancora un mese circa, per conoscere le motivazioni del provvedimento. Gli elementi raccolti dalla procura monzese avrebbero lasciato intendere un quadro di favoritismi nei confronti di alcuni imprenditori da parte del comandante della stradale, che avrebbe chiuso un occhio sui controlli ai camion di Giussani e Santambrogio, titolari di aziende attive nel movimento rifiuti in cambio di una cifra fra i 3 e i 4mila euro in sponsorizzazioni per l’attività sportiva del figlio, pilota di kart. Tesi contestata dalle difese, secondo cui i loro clienti sono stati ugualmente multati e non ci sarebbe stato alcun passaggio di soldi in contanti.