Parma – Udinese domenica non si giocherà e il destino della formazione emiliana è sempre più appeso a un filo con l’incubo del fallimento che incombe. Sarebbero già tre le istanze presentate mentre la prefettura ha rinviato la partita al Tardini in quanto non sussistono le condizioni di sicurezza minime a causa dell’impossibilità di mettere a disposizione un numero sufficiente di steward che non ricevono da tempo gli stipendi.
Ma così si evita anche un terremoto sul campionato di Serie A. In caso di fallimento, infatti, tutte le squadre che ancora devono giocare contro la formazione emiliana avrebbero la vittoria a tavolino, una disparità, rispetto a chi ha già sfidato il Parma sul campo, che rischierebbe di falsare il torneo.
E le promesse dell’imprenditore limbiatese Giampiero Manenti di salvare il Football Club Parma? Dopo aver rilevato la scorsa settimana le quote della società non ha ancora pagato giocatori e fornitori. Manenti descrive la sua Mapi Group come una holding con sede in Slovenia che ha rapporti economici con l’est Europa. Alcuni giornalisti che sono andati a Nova Gorica avrebbero trovato la sede legale della società – che si occuperebbe di giardinaggio e cartoleria in Lombardia, nel pavese – in una anonima abitazione.
Ma Manenti rassicura: «I soldi ci sono, ma ovviamente serve del tempo per spostarli dai conti dei finanziatori a quello del Parma. Tempi tecnici dettati dalle norme internazionali anti riciclaggio. Ma noi siamo a Parma per far bene, non siamo mica pazzi ad esporci in questo modo e poi scappare».
I Boys Parma Sezione Brianza, un gruppo di tifosi organizzati con sede in provincia che conta una decina di affiliati spesso protagonisti di lunghe trasferte vivono momenti di ansia ma preferiscono non commentare. La loro speranza ovviamente è che le parola di Manenti diventino fatti.