L’ha detto sin da subito. Dal primo giorno. È “ascoltare” il verbo che il questore Marco Odorisio apprezza di più. Lo sta declinando anche in terra di Brianza dove ha messo piede da qualche settimana, dopo aver guidato la questura di Pordenone: «Ascoltare è il servizio più nobile accanto all’aiuto e al sostegno dei cittadini» dice.
Ogni tanto cita ancora la città friulana ma dà prova di essersi subito calato nella nuova realtà: «Molto laboriosa, dove c’è un benessere evidente – dice – e una comunità che ha un grande rispetto delle regole e questo si manifesta nel fatto che il territorio ha una bassa delittuosità, aspetto che è proprio merito della sua gente». Cita anche la parola “sublimazione” il questore quando richiama l’istinto delle donne e uomini della Polizia di Stato a «immedesimarsi nella comunità in cui operano, dalla quale cercano fiducia». Una propensione che, aggiunge, investe ovviamente anche tutte le altre forze dell’ordine del territorio: «e anche gli agenti delle polizie locali». E a proposito di ascolto, il questore ha iniziato sin da subito a incontrare i sindaci brianzoli: «la prima voce del territorio, ho recepito le loro istanze» dice.
È la prevenzione l’arma principale in mano alle forze dell’ordine prima del contrasto, della repressione. «Assodato che il frangiflutti è innanzitutto la comunità che rispetta le regole – dice – e il secondo ingrediente è l’ascolto, efficaci sono anche le “misure di prevenzione” che possono essere utilizzate dal questore, come i fogli di via obbligatori e il Daspo o provvedimenti amministrativi quali l’applicazione dell’articolo 100 del Tulps (sospensione temporanea della licenza di pubblici esercizi ndr)». Conta poi la presenza costante delle forze dell’ordine sul territorio, anche con pattuglioni straordinari, senza dimenticare gli allontanamenti e le espulsioni. Tutte dinamiche che hanno l’obiettivo di dare percezione di sicurezza ai cittadini, un aspetto che, soprattutto nei grandi centri urbani, è un termometro che ha sostituito i dati reali sulla criminalità, numeri da anni in calo.
Odorisio ha anche citato le dinamiche giovanili, che, in Brianza come a Milano, negli ultimi mesi stanno creando allarme: «Ha sicuramente influito il lockdown – dice – in quanto le scuole determinano un grande controllo sociale» e ha ricordato la campagna per la legalità condotta dalla polizia oltre che l’importanza educativa di quelli che chiama i “clan” con i quali i ragazzi si trovano via via a vivere e dai quali apprendono regole: «la famiglia, poi la scuola, quindi la vita sociale, gli amici e lo sport» ricorda. Rispetto al tema “furti”, in particolare nelle abitazioni, e le truffe, in primo luogo agli anziani («reato odioso»), ha definito i due reati “ciclici”, annunciando di aver intensificato il servizio di prevenzione. Ha già anche studiato la presenza della criminalità organizzata in provincia: «in questo territorio non si può parlare di infiltrazione, rappresentata dal controllo dell’apparato politico-decisionale, quanto piuttosto di una ibridazione, soggetti provenienti da aree criminali che vengono “accolti” da imprenditori che hanno bisogno i quali vengono successivamente depredati della loro attività una volta spogliata». Anche sotto questo aspetto ha dato un’aura di controllo: «la situazione è costantemente monitorata – ha detto – e il prefetto è più volte intervenuto con efficaci misure interdittive».
Sul fronte organico, infine. Ha ricordato come la questura locale sia giovane: «Io sono il secondo questore della sua breve vita – ha detto, annunciando che sono già entrati in servizio 4 nuovi vice ispettori – Mentre dal 23 febbraio inizieranno a lavorare cinque nuovi agenti e altri 6 arriveranno nel mese di giugno» ha detto. «I nostri uffici – ha concluso citando i servizi più richiesti dai cittadini, a partire dai passaporti – hanno in gestione un territorio di 900mila persone, ci stiamo impegnando al massimo, la macchina è partita, chiediamo solo un po’ di pazienza».