Il terremoto in Nepal sembra più vicino sapendo che un muggiorese è là in balia delle scosse. Lui è Simone Galimberti e dal 2012 vive in Nepal spinto dalla voglia di aiutare il prossimo. Con la moglie nepalese Kalpana abita nella valle di Kathmandu proprio a 4 chilometri da dove il terremoto magnitudo 7,9 ha colpito creando gli scenari di distruzione visti in tv.
La famiglia di Simone vive a Muggiò ed è riuscita a mettersi in contatto con lui nonostante le grosse difficoltà nelle telecomunicazioni. «È stata grazia di Dio che sia andato tutto bene – ha detto il papà Angelo – c’è la sicurezza che è in vita. Le notizie però sono scarse perché la corrente elettrica non c’è e le batterie del telefono sono scariche.La voce è a singhiozzo».
In Nepal il 37enne Simone ha avviato tre anni fa l’associazione non governativa Engage che promuove mediante il volontariato il sostegno nel settore della disabilità.
La casa che hanno preso in affitto e che ospita l’associazione dei disabili è lesionata e tutti vivono all’aperto perché le scosse sono ancora tante. «Cibo e acqua non ce ne sono – spiega il padre – quella del rubinetto è impossibile da bere. Scarseggiano i medicinali e le condizioni sono precarie. Hanno delle tende, alcune sono lenzuoli, teli di fortuna. La situazione è caotica, ma Simone lo conosco, e piuttosto che dire che qualcosa non va rassicura tutti. Trasmette sempre serenità».
Galimberti si è avvicinato al volontariato a Muggiò all’oratorio San Luigi con il coadiutore di allora don Marco Tenderini. Poi, dopo la laurea in Scienze politiche la svolta, prima in Angola e poi in Nepal dove ha fondato Engage.
L’obiettivo di fondo dell’associazione di volontariato è quello di aiutare le persone con disabilità, sostenerle e permettere loro di esprimere le loro potenzialità, inserirle nella società per diventare membri attivi.
Alcuni amici di Simone si stanno attivando per aiutarlo e stanno valutando l’ipotesi di una sottoscrizione fondi. «Al di là dei soldi – spiega il padre di Simone -, ora premono le vite, ma i soldi adesso servirebbero per comprare cibo e acqua che scarseggiano».
Simone non ha alcuna intenzione di tornare in Italia, soprattutto in un momento di grande difficoltà come questo.
L’obiettivo di Simone Galimberti di lavorare nello sport come piattaforma di sviluppo e di creare in 5 anni 78 squadre fra basket a rotelle e cricket per non vedenti in tutto al paese, coinvolgendo 924 ragazzi con disabilità e più di 500 volontari, per un totale di 34.496 ore di volontariato, si è improvvisamente bloccato. Ma la speranza di ripartire resta accesa.