Il mio sogno? Diventare sacerdote. Sarei il primo don non vedente

Sono stato io per primo a cercare di superare i miei limiti: ma il mondo del lavoro è un’incognita. Spero si superino pregiudizi e stereotipi

Il suo desiderio? Diventare sacerdote. Ma è cieco dalla nascita e «mi hanno detto che non è opportuno». E’ in salita la vocazione di Alfonso Fusco, 23enne di Nova Milanese. A causa della sua disabilità gli è stato consigliato di intraprendere altri percorsi. Il giovane è afflitto anche da una sordità sensoriale bilaterale, che gli provoca una ridotta capacità uditiva da entrambe le orecchie e gli richiede l’utilizzo di protesi acustiche.

Il giovane sta per laurearsi in Sociologia all’università cattolica

Eppure, Il 23enne è in procinto di laurearsi all’Università Cattolica di Milano in Sociologia, un solo esame lo separa dalla discussione della testi. Negli anni degli studi è sempre riuscito a fare in modo che la sua disabilità non pesasse così tanto sul suo percorso di apprendimento. Non vedente dalla nascita sta per laurearsi in sociologia. Una forza, un coraggio che dovrebbero suggerire di aiutarlo a realizzare il suo sogno. Nei suoi studi, c’è la sua storia. La tesi che discuterà nei primi mesi del 2024 sarà sul rapporto tra la disabilità visiva e il mondo del lavoro. Un problema quanto mai attuale per lui: appena laureato, dovrà confrontarsi con la sfida di trovare un impiego. Negli ultimi tre anni ha frequentato la Gioventù Francescana di Monza, una comunità di giovani che seguono l’esempio di san Francesco d’Assisi. Questo percorso lo ha avvicinato al sacerdozio, la strada che vorrebbe intraprendere.

Mi affascina l’insegnamento, ma temo che gli alunni possano mancarmi di rispetto

L’altra occupazione che lo affascina è l’insegnamento. Qualche timore ce l’ha: «È vero, i ragazzi potrebbero mancarmi di rispetto, ma in realtà lo fanno anche con i normodotati. Ma la preoccupazione è che gli studenti possano approfittare della mia disabilità per copiare nei compiti in classe». Intanto c’è da sostenere l’ultimo esame della sua carriera da studente, poi la tesi di laurea e infine l’ingresso nel mondo del lavoro con la speranza che si superino pregiudizi e stereotipi