“Il mio grazie ai librai della Feltrinelli di Monza per questi anni insieme”

Quello che la città perde e soprattutto un ringraziamento per i librai della Feltrinelli di Monza: ecco la lettera di un lettore del Cittadino nel giorno in cui chiude la libreria di via Italia, domenica 20 febbraio.
Libreria Feltrinelli a Monza
Libreria Feltrinelli a Monza Fabrizio Radaelli

Alla vigilia dell’ultimo giorno di apertura della liberia Feltrinelli di via Italia, domenica 20 febbraio, un monzese ha deciso di scrivere al Cittadino per ricordare, ringraziare e ricordare quello che la città sta perdendo. Ecco la lettera di Stefano Mattiozzi.

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Sono un cittadino monzese di quasi 50 anni che è stato cliente Feltrinelli per più di 30, praticamente dall’apertura della sede storica Ricordi, poi diventata Feltrinelli.

Domani 20 febbraio 2022, la saracinesca di questa storica sede, punto di ritrovo, scambio culturale, luogo di lancio per giovani scrittori del territorio, sede per promozione di dischi, chiuderà probabilmente per sempre, quasi certamente per fare posto ad un altro anonimo negozio di abbigliamento o oggettistica che invade i centri storici cittadini.

Sono deluso per quello che la nostra città perde, per la scelta di un’azienda che stimavo per storia e nome e ho sempre rispettato, anche quando in questi anni avrei potuto comprare libri e dischi a prezzi più vantaggiosi da qualche concorrente con vendita sul web e sede fiscale all’estero. Pur comprendendo la difficoltà del momento trovo veramente grave che un’azienda del genere si dimentichi del nostro territorio e non sia stata in grado di trovare una degna e logica alternativa alla costosa sede storica di via Italia.

Nella nostra bella città di più di 120.000 abitanti rimarranno altre librerie, ma quanto resisteranno? Nella nostra città, terza per abitanti in una regione tra le più importanti di Europa non si potrà più comprare un disco, proprio ora che la ripresa del vinile sta inaspettatamente coinvolgendo nuove generazioni figlie della musica digitale.

In ogni caso non sto scrivendo al giornale cittadino per fare considerazioni economiche, per manifestare la mia delusione per quello che Monza perde da un punto di vista sociale e culturale o per sottolineare gli aspetti negativi di un certo tipo di globalizzazione: sto scrivendo perché i negozi non sono fatti di articoli, di libri, di dischi, sono fatti di persone. Feltrinelli a Monza aveva un team di dipendenti che è un delitto imprenditoriale smontare, persone che lavoravano insieme da tanto tempo con amore, passione e entusiasmo facendo funzionare un negozio in tempi difficili, a maggior ragione in questi duri anni di pandemia.

Vorrei ringraziare Roberta, Silvia, Betty, Lidia, Matteo, Stefano, Nuccia, Giada, Monica e Elisabeth, sperando di non aver dimenticato nessuno, per questi anni insieme, per avere difeso un mondo che purtroppo sta tristemente scomparendo.

Stefano Mattiozzi