Il giro di Monza per parlare di urbanistica e ambiente: gli incontri dei comitati cittadini

Una serie di incontri quartiere per quartiere (online) per parlare del futuro di Monza, di edilizia, di urbanistica e di ambiente: ecco il programma.
Un cantiere edilizio
Un cantiere edilizio FABRIZIO RADAELLI

Potrebbe quasi essere definita una contro-maratona, parallela a quella che si sta svolgendo in queste settimane in consiglio comunale e dedicata all’approvazione della variante al Piano di governo del territorio vigente: si tratta di “Qui Monza. La voce dei comitati” ed è la nuova iniziativa promossa dal Coordinamento di comitati e associazioni della città.

Quattro appuntamenti in quattro settimane scandiranno il mese appena iniziato: succederà sempre il mercoledì sera, alle 21, in diretta sulle pagine facebook del Coordinamento Comitati Monza e di Monza Libro Bianco sulla Città, oltre che sul canale youtube della sezione cittadina di Legambiente.

Il 9 giugno voce al Comitato residenti area Scotti, al Comitato Buon Pastore e al Comitato per il Parco. Seguiranno, la settimana successiva, il 16 giugno, i comitati Presidio ex Macello, Saicosavorremmo e Sant’Albino. Mercoledì 23 sarà la volta dei comitati Triante, ex ospedale Umberto I e San Fruttuoso Bene Comune. Concluderanno il ciclo di incontri, il 30 giugno, i comitati Gallarana e Blandoria e la Foa Boccaccio 003.

A presentare le serate il portavoce del coordinamento, Giorgio Majoli: «Gli interventi sono stati raggruppati per vicinanza geografica o per affinità di tematiche – ha spiegato – Con questa iniziativa intendiamo offrire a tutti la possibilità di informarsi sui problemi e sulle criticità presenti in ogni quartiere della città: un’occasione di confronto ancora più utile di questi tempi, visto quello di cui si sta discutendo in aula».

I comitati e le associazioni hanno deciso di riunirsi a poca distanza dall’ultima iniziativa pubblica: ero lo scorso 13 maggio quando si erano dati appuntamento in piazza Trento e Trieste per il presidio “Più spazi verdi, basta cemento”, con cui hanno rivendicato il diritto a «una città più vivibile, meno inquinata dal traffico e soffocata dal cemento».