Il Comune di Monza non paga l’architetto, arriva il decreto ingiuntivo

Il Comune di Monza paga a quattro anni di distanza dal lavoro un architetto nominato nella Commissione edilizia. Un errore nel 2012, poi il giudice di pace, quindi un decreto ingiuntivo: la parcella è quasi raddoppiata.
Il municipio di Monza
Il municipio di Monza

Il Comune di Monza non paga l’architetto, arriva il decreto ingiuntivo. L’amministrazione comunale di piazza Trento questa volta ha dovuto aprire il portafogli: lo scorso mese ha liquidato fattura e arretrati a un professionista monzese che da due anni attendeva di essere pagato per il suo incarico nella Commissione edilizia del 2012. Un problema da ricondurre al cambio di dirigenti, scrivono a palazzo, ma di fatto per arrivare alla liquidazione ci sono voluti anni.

Un passo indietro: l’architetto Fabrizio Bonafede era stato nominato nel 2007 nella Commissione edilizia di Monza, quella che valuta le richieste per costruire in città. A lui sarebbero dovuto andare gli stessi gettoni di presenza dei consiglieri comunali, 77,47 euro a seduta. Arrivati al 2012, il 19 dicembre vengono pagate le sedute dell’anno al termine ma il professionista «ancorché nel periodo di riferimento, come risulta dai verbali delle sedute agli atti, abbia prestato la propria attività professionale in qualità di membro della Commissione Edilizia, a seguito di cambiamenti dirigenziali che si sono succeduti in tale periodo, non è stato contemplato nel conteggio». Bonafede aspetta, ma il 3 febbraio del 2014 emette una fattura da 1.242 euro, cioè quanto gli spetta, ma in quel momento – scrive il Comune – non ci sono soldi: «Non è stato possibile liquidare il credito vantato dall’architetto per difficoltà dovute a carenza di liquidità di cassa, problematica che, di questi tempi, accomuna la realtà di molti Enti Locali».

Si passa al giudice di pace che dà ragione al professionista e il 15 marzo dello scorso anno in municipio è arrivato il decreto ingiuntivo. Ed è tempo di conti: la somma dovuta, gli interessi, le spese e un po’ di altre voci fanno lievitare il conto fino a 2.146,50, che il Comune ha messo sul piatto a metà maggio. Quattro anni dopo il lavoro svolto.