Ecco perché il Comune di Monza cercherà di riottenere in Cassazione gli oltre 3 milioni da versare alla Sangalli

L'ente con sede in piazza Trento e Trieste ha comunicato la sua intenzione di provare a sovvertire la decisione della Corte d'Appello nell'ultimo grado di giudizio
Sangalli
Prosegue la battaglia legale tra il Comune di Monza e l’Impresa Sangalli Fabrizio Radaelli

Il Comune di Monza pagherà all’Impresa Sangalli 3.341.931,53 euro, a cui andranno aggiunti gli interessi, ma contemporaneamente avvierà la procedura per presentare alla Corte di Cassazione la richiesta di restituzione della somma che verserà. È l’ultimo atto, almeno finora, del contenzioso che da anni vede l’un contro l’altra l’ente e la ditta che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti.

Battaglia legale: la ricostruzione della vicenda

La battaglia legale è iniziata nell’aprile 2017 quando, come spiegano in un comunicato da piazza Trento e Trieste nel ricapitolare l’intera vicenda, il municipio ha cominciato a liquidare in modo parziale le fatture emesse dall’azienda «defalcando d’ufficio gli importi corrispondenti alle minori prestazioni rese riconducibili agli obblighi di impiego di mezzi, personale, forniture e servizi» per un valore di 123.775,24 euro, Iva esclusa, al mese. La riduzione è stata applicata fino a settembre 2019 in quanto dall’ottobre di quell’anno al dicembre 2020 il canone è stato rivisto sulla base delle condizioni previste dalla proroga del contratto, nel frattempo scaduto. Lo sconto autopraticato non è stato condiviso dalla società che, con un’azione legale presentata al Tribunale di Monza, ha chiesto la condanna del Comune al pagamento degli interessi di mora, la rivalutazione e la restituzione delle somme trattenute per un totale di circa sei milioni di euro. L’ente, che si è opposto all’istanza, ha domandato a sua volta la restituzione di cifre che riteneva non fossero dovute a causa di minori prestazioni rese e riferite a un altro periodo.

Battaglia legale: alla Corte di Cassazione l’ultima parola

Nel marzo 2020 i giudici, precisano dal municipio, hanno rigettato «buona parte» delle istanze della Sangalli, ma anche quella del Comune ritenendo «insufficiente la prova fornita rispetto alle inadempienze contestate» in quanto «era già intervenuto nel 2015 l’accordo transattivo sulle somme dovute a titolo di risarcimento danno e inadempimenti». Il pronunciamento non ha soddisfatto l’azienda che nel dicembre dello stesso anno ha presentato un analogo ricorso alla Corte d’Appello di Milano che, proseguono dal municipio, con la sentenza depositata il 5 aprile ha nuovamente rigettato le sue richieste relativamente agli interessi e alla rivalutazione monetaria così come la domanda di restituzione del denaro firmata dal Comune. Ha però ritenuto fondato il diritto della ditta a ottenere il rimborso di quanto trattenuto ogni mese dal municipio per oltre due anni in quanto gli inadempimenti contestati erano già oggetto dell’accordo transattivo del 2015, e ha disposto che l’ente restituisca 3.341.931,53 euro, oltre gli interessi. Piazza Trento e Trieste, quindi, pagherà attingendo il denaro dal fondo già inserito nel bilancio ma cercherà di dimostrare davanti alla Corte di Cassazione che «le contestazioni mosse all’operatore economico e le relative decurtazioni furono successive all’accordo transattivo».