Si è svolto sabato mattina nella Villa Reale di Monza il convegno nazionale “I conti in Comune” organizzato dalla Fondazione Ifel e da Anci Lombardia in collaborazione con il municipio monzese. Sindaci ed esponenti del governo, europarlamentari, opinionisti e ricercatori: tutti insieme con l’obiettivo di chiarire a tutti, al governo così come ai cittadini, nero su bianco e una volta per tutte, che avanti così non si può andare.
Tre i temi fondamentali affrontati. Numero uno: l’importanza dei Comuni. Come, quindi, i comuni funzionano, su quali risorse contano e come le spendono, visto che sono sempre più esigue. La lotta agli sprechi, la famosa spending review, è stato il tema numero due. Terzo e ultimo argomento: come fare di più con meno, ovvero le innovazioni possibili, anche istituzionali.
A far compagnia al padrone di casa, sindaco di Monza e presidente Anci Lombardia Roberto Scanagatti, Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente di ANCI, Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno e presidente Fondazione IFEL, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e Attilio Fontana, sindaco di Varese. Tante le difficoltà evidenziate, che diventeranno sempre più paralizzanti con i nuovi tagli annunciati dal governo.
Dal 2007 al 2014 i Comuni hanno contribuito al risanamento della finanza pubblica con 16,4 miliardi di euro, 2 miliardi solo i comuni lombardi. Gli investimenti generati dalla richiesta di opere pubbliche, beni e servizi da parte degli enti locali sono calati del 28% dal 2007 al 2012, contribuendo a mettere in ulteriore difficoltà l’economia locale, già provata dalla crisi. I Comuni rappresentano solo il 7,6% della spesa pubblica totale. La spesa corrente dei Comuni è calata del 2,5% dal 2010 al 2012. Quella dello Stato è invece aumentata dell’8% rispetto al 2008. La tassazione locale, nel frattempo, per cercare di garantire ai cittadini gli stessi servizi con non pochi affanni, è aumentata molto meno della riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato.
Con questi numeri gli enti locali ogni giorno garantiscono servizi fondamentali: dagli asili all’assistenza gli anziani, ai disabili e alle nuove povertà, dal trasporto pubblico e dai servizi alle imprese, alla anutenzione delle strade e ai servizi ambientali. I comuni, pur tra mille difficoltà, riescono ancora a arantire tutto quello che ogni giorno i cittadini si aspettano. Ma fino a quando? La risposta che è stata data oggi non è rassicurante. Gli enti sono allo stremo.