Hooman Soltani racconta l’Iran al Rotary di Meda

Interessante testimonianza dell'iraniano Hooman Soltani iracheno da anni residente in Italia.

 “Rivolta persiana: donne, vita, libertà”,  è l’argomento affrontato al Rotary club Meda e delle Brughiere, di cui è presidente  Marina Andreotti, dall’iraniano Hooman Soltani, nato a Teheran 42 anni fa da una famiglia di grande tradizione. Da anni residente in Italia è socio del Rotary club Colli Briantei, ed è l’ultimo discendente della dinastia Zand che regnò nella Persia del Settecento durante un periodo di pace e prosperità.

Hooman Soltani racconta l’Iran e la sua carriera

E’ un personaggio poliedrico con interessi diversi.  Laureato in arte e architettura  e successivamente in comunicazione e grafica all’Università di Teheran, nel 2005 si trasferisce a Milano per laurearsi al Politecnico in Product Design; in quest’ambito  vince premi a livello mondiale. Sboccia poi la passione per il food, che lo porta ad aprire, con  soci italiani, due ristoranti a Como e Lecco, per far conoscere la tradizione culinaria del suo Paese; anche in questo campo ottiene lusinghieri risultati vincendo il titolo di migliore chef del mondo 2020 in un noto programma televisivo. Hooman, nella sua ampia ed articolata relazione, ha toccato diversi temi offrendo molti spunti di riflessione sull’attuale situazione politica e sociale in Iran dopo che, nello scorso mese di settembre, sono incominciate le manifestazioni di protesta a seguito della tragica morte di una giovane ragazza, di nome Mahsa Amini, brutalmente aggredita per non aver indossato  correttamente il velo.

Hooman Soltani racconta l’Iran e le donne in protesta

Dopo quell’episodio la protesta delle donne, giovani e meno giovani, è andata via via aumentando, coinvolgendo sempre di più la popolazione, anche quella maschile, che si è unita alle donne in segno di solidarietà. Hooman ha narrato quale sia la reale situazione in Iran, facendo memoria di avvenimenti di cui è stato protagonista negli anni nei quali viveva ancora nella sua nazione, avvenimenti che l’hanno coinvolto personalmente. Ha sottolineato come l’Iran, l’antica Persia, culla di un’antichissima civiltà, da 44 anni viva sotto un regime teocratico che si trincera dietro dettami e principi religiosi per reprimere e soffocare ogni anelito di libertà, colpendo ogni forma di dissenso e mietendo decine di migliaia di vittime. Le più colpite sono le donne che soffrono molto più degli uomini una situazione per loro davvero drammatica. Hooman ha ricordato con commozione come, nonostante tutto, queste donne di tutte le età e di tutti i ceti sociali e professionali, in particolare le studentesse non solo universitarie, siano scese e continuino a scendere per le strade con grande coraggio e dignità per protestare con forza, evidenziando il loro dissenso anche con gesti eclatanti come il togliersi il velo in pubblico o tagliarsi i capelli. In video è poi intervenuta la moglie di Hooman con una sua personale testimonianza che ha confermato quanto sia terribile ciò che sta accadendo. In chiusura ha sottolineato come gli iraniani rifugiati in altri Paesi per sfuggire al regime si stiano battendo per denunciare la difficile situazione di chi vive in Iran. Nella sua  relazione  ha pronunciato più volte la parola “azadì” che in farsi, la lingua dell’Iran, significa “libertà”, formulandol’auspicio  che questa parola risuoni sempre più alta e potente, proiettando questa antica nazione verso una nuova era.