«Oggi pare che si veda meglio la luce in fondo al tunnel. Abbiamo alcune prime certezze anche se restano ancora dei punti di domanda». Marco Accornero, segretario di Unione artigiani Claai, intravede un long Covid («come accade purtroppo per alcuni pazienti”» anche per le imprese artigiane.
«Uno strascico che spalmerà ancora i suoi effetti lungo i prossimi mesi, influenzando soprattutto la domanda interna, la principale committenza dell’artigianato italiano. Vedremo, comunque, dai dati del prossimo trimestre, l’intensità e la durata effettiva di questa coda». Alla Regione Lombardia, gli artigiani chiedono «di aprire una grande stagione di riforme e attuazione dei provvedimenti dedicati ai finanziamenti alternativi per le micro piccole imprese» e avanzano anche proposte concrete: «Lavorare insieme sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, nds) per comprendere come le nostre imprese potranno entrare a far parte delle filiere che beneficeranno delle risorse, un’occasione che non possiamo perdere. A questa situazione chiediamo un nuovo sforzo per alzare l’asticella della formazione, immaginando anche forme innovative. Vogliamo pensare ad esempio a una summer school per gli artigiani?».
L’Unione esprime, inoltre, grande preoccupazione per il mondo dell’abbigliamento e del settore pelle artigiano, «l’unico che stenta a ripartire nonostante le numerose eccellenze» auspicando al più presto la convocazione di un tavolo di lavoro dedicato. Al Governo centrale gli artigiani chiedono certezze sulla proroga Superbonus 110% per il 2023.
«Il settore edilizio e casa artigiano, grazie agli incentivi fiscali, sta tornando a trainare tutto il resto – conclude Accornero – La stragrande maggioranza delle imprese del comparto e dell’indotto, secondo i nostri dati, ha già commesse fino al 2022. Registriamo attraverso le nostre aziende tantissimi interventi sostenuti dal 110% legati soprattutto ai condomìni che, risolti i problemi burocratici, si stanno via via sbloccando e concretizzando. Questa incertezza sull’estensione del superbonus al 2023 e oltre, se non risolta definitivamente, rischia di trasformarsi in una nuova gelata sulla testa del mondo artigiano».