Quando si dice: andare a cercarsi i guai. Venerdì 23 agosto, nella «messa cantata» che chiude ogni anno a Coverciano il raduno degli arbitri prima dell’inizio del campionato di serie A, il presidente dell’Aia, Marcello Nicchi, si era sbilanciato: «La perfezione è difficile da raggiungere, però ci siamo molto vicini.
Gli arbitri hanno lavorato tanto e bene, sono pronti e preparati per un anno importante, contrassegnato dalla tecnologia e dalle nuove regole. Vogliamo una stagione di grande divertimento, nella quale non si potrà bluffare». Trenta ore dopo, allo stadio Franchi, cinque chilometri da Coverciano, l’arbitro Massa ha fischiato un rigore al Napoli per un tuffo in area di Maertens (il fallo di Castrovilli non c’era), e Valeri, designato al controllo Var, si è ben guardato dal segnalare l’errore al collega. Nicchi e il designatore Rizzoli si sono molto indignati, i due arbitri sono stati sospesi, ma la sintesi è che siamo sempre al primo giorno di scuola e al rapporto conflittuale che permane fra i fischietti e il Var, nonostante questa sia la terza stagione nella quale è in funzione l’aiuto tecnologico a bordo campo.
In realtà più che un aiuto, per molti arbitri la video-assistenza viene vissuta tuttora come un attentato al potere assoluto di chi fischia in mezzo al campo mentre chi sta davanti ai monitor pensa sempre che se fosse lui in campo farebbe meglio. E allora l’aiuto al collega c’è, ma senza esagerare in altruismo. Non è tutto a proposito di regole. Si è già capito che avere abolito il concetto di volontarietà sui falli di mano, invece di fare chiarezza, sta già alimentando nuova confusione e un grande dibattito fra gli arbitri, soprattutto dopo il braccio largo di in Cagliari-Brescia (rigore trasformato, con il «peccatore» che però era di spalle).
Dove il Var sembra comandare in modo assoluto è sul fuorigioco, materia nella quale l’assistenza video è più fragile, perché le telecamere non chiariscono mai (al momento), l’attimo esatto in cui parte il pallone. Annullare il gol di Cristiano Ronaldo in Parma-Juve è contro lo spirito del gioco del calcio. Un’azione come quella di Parma non va letta come il fotofinish di una finale dei 100 metri, soprattutto in assenza di certezze in partenza. Per questo è difficile concordare con chi ha voluto paragonare l’applicazione del Var sul fuorigioco alla tecnologia che stabilisce se un pallone è entrato o non è entrato in porta (Goal Line technology). Nel caso del fuorigioco, l’incertezza rimane; con la Glt il margine di errore è prossimo allo zero.