Svolta per il caso della misteriosa sparatoria dello scorso 18 giugno, in via Fiumelatte, nei pressi di viale Lombardia, a Monza, durante la quale rimase ferito M.P. un 34enne bergamasco. L’uomo, attorno alle 22, si era presentato presso un ristorante per chiedere aiuto, mostrando una ferita da arma da fuoco a un fianco e dicendo di essere stato vittima di una rapina. La polizia di stato era intervenuta immediatamente sul posto insieme a personale sanitario, avviando di fatto le indagini sull’accaduto che hanno permesso di appurare che la vittima, che aveva con sé un’arma clandestina, non era stata rapinata, bensì era stata attirata sul retro di una casa abbandonata da un uomo, dal quale vantava un credito di 30 mila euro, che con un complice aveva tentato di ucciderlo.
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La Squadra Mobile della locale Questura, al termine di una complessa ed articolata attività investigativa denominata “Double Shot” e coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Monza, Michela Versini, condotta tra le province di Monza e della Brianza, Milano e Bergamo, nelle prime ore di mercoledì 7 ottobre ha eseguito, in collaborazione con la Squadra Mobile di Bergamo, un’ordinanza di misura cautelare in carcere per A.L., italiano, classe 1951, residente in provincia di Bergamo, S.L.C., italiano classe 1946 residente a Sesto San Giovanni, e M.P., bergamasco classe 1986. I primi due quali autori materiali del tentato omicidio premeditato di M.P. a carico del quale è stata eseguita la medesima ordinanza per il possesso arma clandestina. OItre agli arresti, sono state eseguite anche 10 perquisizioni domiciliari a carico di altrettanti soggetti gravitanti intorno agli indagati, che hanno consentito di rinvenire e sequestrare 14 fucili e 2 pistole, legalmente detenuti.
Il delitto, secondo gli investigatori, è maturato all’interno del contesto, criminale, della vittima e dei suoi aggressori. Questi ultimi, in particolare,sono noti alla Giustizia sin dai primi anni ’70.