“A quanto pare vince la acritica restituzione economica, non è una novità: mi stupisce che anche l’attuale amministrazione lissonese, di cui ho sempre avuto stima e considerazione, si sia anch’essa piegata”.
Sono parole dure quelle scelte dall’architetto Michele Faglia per condannare il progetto di recupero dell’ex Palazzo del Mobile di Lissone. E questo nonostante sia un ex collega – sindaco di Monza – e persino “di vicinato”: territorio, certo, ma anche di area politica progressista. Eppure ha deciso di non nascondere quello che chiama “rammarico” ma forse è molto di più: il problema principale è “la realizzazione di un parcheggio pluripiano attorno all’edificio che lo deturpa”.
LEGGI: L’ex palazzo del mobile diventa palazzo dello sport
Michele Faglia, ex sindaco di Monza per il centrosinistra, è figlio di Vittorio, l’architetto e ingegnere che con Gualtiero Galmanini progettò l’edificio, un protagonista della stagione della razionalismo italiano. “Il 6 luglio, dopo aver richiesto un accesso agli atti richiesto a marzo, ho inviato una lettera di allarme all’amministrazione comunale lissonese (sindaco, assessore all’urbanistica, presidente commissione paesaggio, dirigente settore pianificazione) oltre che al soprintendente di Monza e Brianza e al presidente dell’Ordine degli architetti di Monza e Brianza chiedendo che venisse modificato il parcheggio pluripiano fuoriterra realizzandolo in interrato per salvare nella sua integrità il prospetto dell’edificio e il suo rapporto a piano terra con la città. Nulla di fatto, neppure un contatto di cortesia”. Faglia ha allegato alla protesta una serie di riviste internazionali e nazionali in cui il progetto è stato a suo tempo pubblicato: Architecture d’aujourdhui, per esempio, un volume edito da Hoepli, l’elvetica Bauen+Wohnen.
“Edifici di particolare importanza architettonico riconosciuti come esemplari nel panorama della tendenza del razionalismo del dopoguerra, opera di architetti ed ingegneri di fama, sono trattati in modo così dispregiativo, senza alcuna tutela vincolistica se non le indicazioni del Piano di Governo del territorio e della Commissione Paesaggio, inascoltate”