Oggi l’epatite C si può curare con due o tre mesi di terapia. Ma per affrontare la malattia fino in fondo bisogna arrivare all’eradicazione e coinvolgere nella cura anche chi non sa di essere ammalato. Come i tossicodipendenti. È partito da qui il progetto dell’ospedale San Gerardo con Alessandro Soria, l’infettivologo della struttura complessa di malattie infettive del San Gerardo di Monza, che ha messo in rete i Servizi per le dipendenze di Monza e Brianza offrendo agli utenti con epatite C accessi specifici ai percorsi terapeutici.
Il problema, scrive il San Gerardo, riguarda per esempio “le persone che usano o hanno usato droghe per via iniettiva” le quali, spesso “ignorano di avere l’epatite C o non percepiscono l’importanza della cura”. In diciotto mesi il progetto ha avviato al trattamento circa cento persone “che altrimenti avrebbero visto progredire la propria patologia probabilmente alla cirrosi e al tumore del fegato”.
«Nei prossimi tre anni, grazie allo screening esteso a tutta la popolazione che usa o ha usato droghe per via iniettiva, contiamo di coinvolgere una vasta platea di soggetti a rischio e di trattare 500 persone, potenzialmente riducendo a zero l’incidenza dell’epatite C nella nostra provincia di Monza Brianza» dichiara Guglielmo Migliorino, primario dell’unità operativa complessa di malattie infettive, insieme all’équipe epatologica coordinata da Soria con Elisa Colella, Paola Columpsi e Giuseppe Lapadula. L’intervento ha coinvolto anche Giovanni Galimberti (Monza e Limbiate) e Maurizio Bramani (Carate Brianza – ASST di Vimercate).
Ridurre progressivamente la presenza del virus curando progressivamente le persone promette di abbassare allo stesso tempo il rischio di contagio fino alla sua elimininazione: è questa la strategia del San Gerardo che ha presentato i primi dati d al congresso Icar (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research) a Milano e nel frattempo ha trattato i soggetti malati nella casa circondariale di Monza e, con Ats Brianza, ha organizzato una unità mobile nel parco delle Groane, nota area di spaccio e consumo di droghe, “dove a breve partirà l’offerta di test rapidi salivari HCV per curare rapidamente l’epatite C e ridurre la circolazione del virus”.
«Un altro esempio concreto di iniziative che coniugano la qualità clinica ospedaliera con le esigenze del territorio realizzate mediante approcci multidisciplinari a favore di pazienti fragili» ha concluso il direttore generale della ASST di Monza Mario Alparone.