Un paradosso chiamato Cavo Diotti. E per capirlo bisogna partire dall’inverno 2014. A novembre un’eccezionale ondata di maltempo aveva causato apprensione e danni anche ingenti in numerosi paesi della Brianza monzese (Monza, Carate, Sovico e Biassono i territorio maggiormente colpiti) per il Lambro che si era paurosamente ingrossato. A regolare il corso del fiume, in quel frangente, non c’era il Cavo Diotti, la diga più antica d’Italia. Un’opera ingegneristica datata 1812 che funziona, attraverso un sistema di paratie, come valvola di sfogo per il lago ma tenendo d’occhio la portata del Lambro.
Quell’inverno le paratie erano state smontate per una profonda opera di ristrutturazione e solo l’attento lavoro dei tecnici che operano nella diga, che si erano adoperati a regolare il flusso in uscita dal lago utilizzando massi ciclopici, aveva evitato il peggio.
Manca la pioggia
I lavori di manutenzione della diga sono finiti a settembre 2015 e, per un anno si sarebbero dovuti fare i test necessari per saggiare la bontà idraulica del Cavo Diotti rimesso a nuovo. Solo che, e qui scatta il paradosso, di pioggia da allora ne è caduta troppo poca, impedendo ai tecnici di utilizzare il Cavo in uno scenario critico (lago di Pusiano e fiume Lambro gonfi d’acqua). Il collaudo è iniziato oltre un anno fa e non è stato ancora chiuso: senza pioggia, potrebbe rimanere aperto per chissà quanto tempo ancora. Ma il Parco Valle Lambro, che gestisce il Cavo Diotti, ha deciso di anticipare i tempi e ha organizzato ieri un’intera giornata di esercitazione sul campo.
L’esercitazione
L’esercitazione era suddivisa in due parti: al mattino è stato simulato, basandosi sulle piogge del novembre 2014, il comportamento del modello idraulico del bacino e del lago con i nuovi organi di regolazione. Questo modello, attivo da circa un anno, è in grado, in base alle varie previsioni meteorologiche ed alle regolazioni dei vari strumenti idraulici, di prevedere le piene del Lambro. «Le previsioni meteo vengono inserite nel modello idraulico che andrà a prevedere il comportamento dell’intero bacino idraulico – spiega l’ingegner Daniele Giuffrè, brugherese responsabile della diga -. Quindi con 12, 24 o addirittura 36 ore di anticipo possiamo sapere quello che succederà nell’intero bacino idraulico del nord milanese. La differenza rispetto al passato? Prima si prendevano decisioni a occhio, sulla base delle esperienze personali». Nel pomeriggio, sono stati azionati gli organi di regolazione del lago, gli sgrigliatori e sono stati testati, in condizioni critiche, i sistemi di controllo della Casa di guardia. L’esercitazione non è stata impattante per il bacino idrico del fiume Lambro: nel corso della giornata non sono mai rilasciate a valle portate significative di acqua, tali da mettere in pericolo i paesi a valle.
Il presidente
«Da quando sono stati ultimati i lavori di ristrutturazione della diga non ci sono più stati eventi meteorologici significati. È proprio in questi periodi di calma – spiega Eleonora Frigerio, presidente del Parco Valle Lambro – che è necessario effettuare delle esercitazioni, in modo da mantenere la preparazione del personale e testare l’efficacia degli organi di manovra. Abbiamo simulato delle situazioni limite per far lavorare i nostri tecnici sotto stress. È come negli sport, bisogna tenersi allenati. E momenti come questi sono fondamentali per non farci trovare impreparati qualora dovessero capitare le vere emergenze».