Il Viminale ha fatto i conti: in Brianza saranno destinati 206 dei 3.241 profughi che saranno trasferiti in Lombardia nei prossimi giorni. Si tratta del 6,35% del totale previsto per la Lombardia, inferiore al 9% scarso che era stato fissato in passato. Il problema, però, a Monza e dintorni sta tutto nella mancanza di centri di prima accoglienza: per gli uomini da un pezzo la Prefettura ha ripiegato sulle tende della Protezione civile, ma per le donne e i bambini la soluzione non è praticabile. Proprio per questo un paio di settimane fa alcune famiglie sono state dirottate a Milano.
In attesa dei nuovi arrivi, che si aggiungeranno ai circa 830 migranti presenti, la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia chiedono che la via Prina faccia il punto della situazione. Giovedì i consiglieri provinciali e alcuni primi cittadini hanno chiesto la convocazione di un consiglio provinciale e di un’assemblea dei sindaci congiunte a cui il prefetto Giovanna Vilasi o un suo delegato forniscano le cifre dei richiedenti asilo. Gli esponenti del centrodestra hanno usato toni pacati, molto formali, che nulla hanno a che vedere con i proclami sguaiati che gli esponenti nazionali del Carroccio usano in televisione.
«Questa – ha premesso il segretario provinciale della Lega Alberto Rivolta – non è più un’emergenza dato che è in atto da anni: la questione va affrontata in modo seria, trasparente e salvaguardando i territori. Il fenomeno non può essere affrontato in modo improvvisato e la Brianza non merita di essere trasformata in un campo profughi come sta accadendo ad Agrate, Carate e Limbiate».
«Il presidente Gigi Ponti – ha precisato il consigliere provinciale Andrea Monti – dovrà convocare la seduta entro venti giorni. Siamo preoccupati per quello che potrà accadere in futuro: vogliamo sapere come vengono spesi gli oltre 5 milioni di euro che lo Stato ha destinato ai progetti di integrazione sul territorio».
Le critiche più dure sono partite da Fabrizio Sala, assessore regionale alla Casa e coordinatore provinciale di Forza Italia: «È giusto – ha detto – esigere trasparenza. Gli amministratori locali sono disponibili a intervenire per accogliere i rifugiati di guerra, ma il Governo con la sua politica inefficace e imbarazzante non è in grado di pianificare alcuna soluzione. Capiamo che con un ministro dell’Interno tanto incapace siano in imbarazzo anche Ponti e la Prefettura».
Le richieste sono state condivise da tutti i consiglieri provinciali di opposizione: Andrea Villa, Rosario Mancino, Federico Romani, Gabriele Volpe e Riccardo Borgonovo. Si sono visti, però, solo sei tra sindaci e vicesindaci della Brianza.