Emergenza immigrazione: in Brianza 206 nuovi profughi, il centrodestra chiede chiarezza

Il Viminale ha fatto i conti: in Brianza saranno destinati 206 dei 3.241 profughi che saranno trasferiti in Lombardia nei prossimi giorni. Gli amministratori del centrodestra hanno chiesto la convocazione di un consiglio provinciale e di un’assemblea dei sindaci congiunte che forniscano le cifre dei richiedenti asilo.
Agrate Brianza, il centro profughi gestito dalla Croce rossa
Agrate Brianza, il centro profughi gestito dalla Croce rossa Michele Boni

Il Viminale ha fatto i conti: in Brianza saranno destinati 206 dei 3.241 profughi che saranno trasferiti in Lombardia nei prossimi giorni. Si tratta del 6,35% del totale previsto per la Lombardia, inferiore al 9% scarso che era stato fissato in passato. Il problema, però, a Monza e dintorni sta tutto nella mancanza di centri di prima accoglienza: per gli uomini da un pezzo la Prefettura ha ripiegato sulle tende della Protezione civile, ma per le donne e i bambini la soluzione non è praticabile. Proprio per questo un paio di settimane fa alcune famiglie sono state dirottate a Milano.

In attesa dei nuovi arrivi, che si aggiungeranno ai circa 830 migranti presenti, la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia chiedono che la via Prina faccia il punto della situazione. Giovedì i consiglieri provinciali e alcuni primi cittadini hanno chiesto la convocazione di un consiglio provinciale e di un’assemblea dei sindaci congiunte a cui il prefetto Giovanna Vilasi o un suo delegato forniscano le cifre dei richiedenti asilo. Gli esponenti del centrodestra hanno usato toni pacati, molto formali, che nulla hanno a che vedere con i proclami sguaiati che gli esponenti nazionali del Carroccio usano in televisione.

«Questa – ha premesso il segretario provinciale della Lega Alberto Rivolta – non è più un’emergenza dato che è in atto da anni: la questione va affrontata in modo seria, trasparente e salvaguardando i territori. Il fenomeno non può essere affrontato in modo improvvisato e la Brianza non merita di essere trasformata in un campo profughi come sta accadendo ad Agrate, Carate e Limbiate».

«Il presidente Gigi Ponti – ha precisato il consigliere provinciale Andrea Monti – dovrà convocare la seduta entro venti giorni. Siamo preoccupati per quello che potrà accadere in futuro: vogliamo sapere come vengono spesi gli oltre 5 milioni di euro che lo Stato ha destinato ai progetti di integrazione sul territorio».

Le critiche più dure sono partite da Fabrizio Sala, assessore regionale alla Casa e coordinatore provinciale di Forza Italia: «È giusto – ha detto – esigere trasparenza. Gli amministratori locali sono disponibili a intervenire per accogliere i rifugiati di guerra, ma il Governo con la sua politica inefficace e imbarazzante non è in grado di pianificare alcuna soluzione. Capiamo che con un ministro dell’Interno tanto incapace siano in imbarazzo anche Ponti e la Prefettura».

Le richieste sono state condivise da tutti i consiglieri provinciali di opposizione: Andrea Villa, Rosario Mancino, Federico Romani, Gabriele Volpe e Riccardo Borgonovo. Si sono visti, però, solo sei tra sindaci e vicesindaci della Brianza.