Mancano case per le famiglie con redditi medio-bassi: quella che rischia di diventare un’emergenza è confermata dall’assessore monzese all’urbanistica Marco Lamperti: «Dobbiamo trovare il modo per costruire abitazioni a prezzi più bassi – riflette – servono soluzioni differenti che potrebbero andare dai complessi realizzati dalle cooperative, all’edilizia convenzionata fino alle premialità sulle volumetrie per gli operatori che cedono al Comune alloggi per chi è in attesa di una casa popolare».
Emergenza “casa popolare”, la situazione a Monza
Nel capoluogo la fame di case a prezzi abbordabili è alimentata sia da una offerta calmierata inferiore alla domanda sia dalla mancanza di nuovi stabili popolari: gli ultimi sono stati inaugurati una quarantina di anni fa e i 28 alloggi che saranno costruiti in via Bramante da Urbino nell’ambito del progetto Pinqua nato dalla collaborazione tra il municipio e Aler rappresenteranno poco più di una goccia nel mare.
L’offerta di edilizia convenzionata potrebbe, invece, aumentare nel giro di qualche anno in quanto a breve dovrebbero partire alcuni progetti tra cui il cantiere per una palazzina alla ex Garbagnati di via Val d’Ossola. La penuria di case popolari è appesantita dal ridotto numero di rotazioni: a Monza sono una cinquantina l’anno a fronte di circa 1.400 appartamenti comunali a cui si aggiungono quelli dell’Aler. Tra qualche giorno saranno consegnate le chiavi di dieci abitazioni ma, anche considerate quelle attribuite nei mesi scorsi, la lista d’attesa rimane sterminata dato che al bando pubblicato in primavera hanno risposto 500 persone.
Emergenza “casa popolare”, l’alta tensione abitativa in Brianza
L’emergenza caratterizza quasi l’intera Brianza: 17 comuni tra gli 84 lombardi considerati ad “alta tensione abitativa” (cioè con problemi di reperibilità di abitazioni accessibili) sono nella nostra provincia e a questi si aggiungono i confinanti Paderno Dugnano e Senago. Nelle prossime settimane, quando si chiuderanno le procedure legate ai bandi, 46 famiglie potranno ottenere una casa pubblica nell’ambito di Vimercate e 26 in quello di Desio. Le agenzie dell’abitare costituite in diverse città stanno provando a far incontrare le esigenze dei piccoli proprietari con quelle delle famiglie che non possono permettersi affitti stellari promuovendo le opportunità fornite dal canone concordato e tentando di mappare gli alloggi liberi: «La sfida è quella di costruire relazioni – commenta l’assessora monzese alle Politiche abitative Andreina Fumagalli – è necessario fare in modo che i proprietari si fidino degli inquilini e che questi considerino la casa come un bene prezioso, da trattare con cura».
Emergenza “casa popolare”, il canone concordato
Il canone concordato sembra stia destando parecchio interesse: in alcuni casi, spiega Martina Melotto del Consorzio comunità Brianza che gestisce lo sportello monzese, può garantire ricavi simili a quelli del libero mercato grazi alla cedolare secca al 10% e all’abbattimento dell’Imu.
Emergenza “casa popolare”, i criteri del conteggio
E a chi, come alcune associazioni ambientaliste, fa notare che in Brianza ci sarebbero quasi 60.000 abitazioni libere di cui oltre 7.000 a Monza, Lamperti replica che il dato sarebbe falsato dai criteri del conteggio: «L’Istat sottrae dal numero degli appartamenti censiti quello delle famiglie – dice – quel che resta non sono, però, le case vuote perché molte sono occupate da studenti e da lavoratori provenienti da altre regioni che non cambiano né la residenza né il domicilio».