Elettricisti introvabili, Apa Confartigianato anche per Monza e Brianza va a cercarli in Albania

Chi ha buone potenzialità e attitudine, poi viene formato in Italia e diventa capace di lavorare anche nei cantieri, un luogo di lavoro sempre meno ambito da chi è nato nel nostro Paese
Un elettricista, si tratta di una delle figure più ricercate

In Italia non ci sono più gli elettricisti di una volta. Ma nemmeno quelli di adesso, purtroppo. Perché Confartigianato, i candidati a questa rispettabile e qualificata professione, ormai va a cercarli direttamente in Albania. Chi ha buone potenzialità e attitudine, poi viene formato in Italia e diventa capace di lavorare anche nei cantieri, un luogo di lavoro sempre meno ambito da chi è nato nel nostro Paese. Un bell’ufficio, è risaputo, ha un irresistibile potere attrattivo. La tendenza è ormai questa e mutarla in tempi brevi non sarà facile.

Apa Confartigianato: “Lavoro manuale di serie B? Visione da cambiare”

Ci sono alcune lacune storiche – commenta Stefano Valvason, 59 anni, laureato in ingegneria, direttore generale di Api, Associazione Piccole e Medie Industrie, 2mila imprese associate nelle province di Milano e Monza – che vanno colmate. Il lavoro manuale viene ancora considerato un lavoro di serie B. Una visione che, ovviamente, va cambiata. E anche gli stessi imprenditori devono favorire questo cambiamento. Bisogna rendere il lavoro in fabbrica più appetibile, far capire che non significa più mani sporche e un ambiente freddo“.

“Gli imprenditori dovrebbero andare nelle scuole a raccontarsi”

Gli imprenditori – prosegue – dovrebbero anche andare nelle scuole medie e negli istituti superiori a raccontare le loro storie, che sono storie di vita e d’impresa. In questo modo, si valorizzerebbe il lavoro in azienda e si favorirebbe lo spirito di emulazione. Nelle aziende ci sono imprenditori disposti a trasmettere la propria esperienza. I nostri imprenditori finanziano anche borse di studio per incentivare i giovani. Le aziende cercano teste pensanti e professionalità. Noi come A.P.I. collaboriamo con il Politecnico di Milano. Mettiamo i neo ingegneri in contatto con le aziende del territorio. Non è detto che tutti gli ingegneri del Politecnico puntino a lavorare per una multinazionale“. Ma spesso non è un prolungato corso di studi a dare le motivazioni. «C’era un ragazzo – conclude Valvason – che a scuola era spento. Ma una volta messo a lavorare su un macchinario, è come rinato. In fabbrica aveva trovato la sua vera dimensione».