La scorsa estate, ad agosto, era stato arrestato un barista di Lecco, accusato di spaccio di droga. Nei giorni scorsi, a sei mesi di distanza, in manette sono finiti sette cittadini marocchini (ma le indagini sono ancora in corso, le ordinanze di custodia cautelare sono in totale dieci), che per la Polizia di Stato di Lecco erano l’anello intermedio dell’attività di spaccio di cocaina che, secondo le indagini avveniva anche in un raggio esteso della Brianza tra Carate Brianza e Agliate, Lissone, Briosco, Veduggio, Roncello, Cornate d’Adda, Busnago, Trezzo d’Adda, Mezzago e Vimercate.
Gli investigatori hanno ricostruito la piramide di fornitori che hanno portato la droga in centro a Lecco: la cocaina giungeva dal Bresciano, dove viene gestita dai clan albanesi, e poi l’opera di spaccio tra la Brianza, il Lecchese e la Bergamasca, veniva garantita da cittadini marocchini, tra i 30 e i 40 anni. Sono sette marocchini (cinque uomini e due donne) residenti tra Brembate e Medolago mentre altri tre stranieri sono tuttora ricercati. Si parla di un giro di 2 mila clienti circa, un centinaio quelli interrogati dalla Polizia per le indagini. Da segnalare, infine, che gli inquirenti avrebbero accertato consegne circa ogni quindici giorni, sia di cocaina per circa 100 grammi, che di hashish fino a 5 chili, al bar lecchese, il “Galleria” di via Cattaneo , oggi ancora chiuso, con il proprietario che si trova tuttora in carcere.
Il barista – secondo quanto ricostruito dalla polizia – spacciava durante gli orari di apertura della sua attività commerciale, vendendo droga ai numerosi clienti che, fingendosi normali avventori, acquistavano quantitativi di cocaina o hascish. Diversamente quando il cliente non poteva recarsi al bar, era lo stesso barista che a piedi, con il pretesto di recapitare caffè e brioche, consegnava a domicilio le dosi di droga.