L’ha scaraventata a terra, l’ha colpita violentemente sul capo e su tutto il corpo con calci e pugni, infine l’ha trascinata in casa. I protagonisti di questa drammatica vicenda sono un uomo di 45 anni, già noto alle forze dell’ordine, e una donna di 27 anni. Stanno insieme da qualche tempo, convivono in un’abitazione di Roncello. Nella serata di giovedì 2 agosto stanno passeggiando a piedi vicino a casa. Poi, improvvisamente, si scatena la furia senza controllo, e senza motivo, dell’uomo sulla sua compagna. La mattina successiva il padre della donna cerca di contattarla ripetutamente al telefono. Lei non risponde. Il genitore si allarma e si reca presso l’appartamento della figlia. Nessuno risponde al citofono e la porta è chiusa.
Riesce ad entrare dalla finestra e si dirige in camera da letto, dove trova la figlia sdraiata sul letto e quasi agonizzante, con le labbra piene di sangue, gli occhi chiusi e il volto completamente tumefatto. Contatta subito il 112, i carabinieri entrano in casa, soccorrono la ragazza e trovano in un’altra stanza il convivente intento a fumarsi una sigaretta. L’uomo racconta ai militari di aver dato una sberla alla donna e con aria strafottente aggiunge di rivolgersi direttamente a lei per sapere cosa è successo, continuando a rimanere in disparte in quella stanza.
Si scoprirà poi che l’aggressore, dopo averla barabaramente pestata, non si era minimamente degnato di accertarsi delle sue condizioni o di allertare i soccorsi. Quando i militari chiedono alla donna se fosse stato il suo compagno ad aggredirla lei riesce solo a fare un cenno con il capo. Non può parlare. Ha la mandibola spezzata e altre fratture maxillo facciali. Lui viene ammanettato e portato in caserma. Lei trasportata dall’ambulanza all’ospedale dove vengono accertati 30 giorni di prognosi per i vari traumi subiti al capo e sul corpo. Dovrà subire un intervento chirurgico per una frattura all’orbita oculare.