Desio, una “moschea” e la strana alleanza tra Lega nord e comunità musulmana

La comunità musulmana di Desio presenta ricorso al Tar contro la decisione del comune di bocciare il progetto per costruire un centro culturale islamico. Per difendere in tribunale, la giunta incarica l’avvocato Claudio Colombo, assessore di Monza all’urbanistica. E ora la Lega accusa il Pd.
L'attuale moschea di via Forlanini, momenti di preghiera e incontro tra giovani
L’attuale moschea di via Forlanini, momenti di preghiera e incontro tra giovani Paola Farina

La strana “alleanza” tra Lega nord e musulmani passa da Desio e arriva a Monza. E in entrambi i casi sotto accusa c’è il Partito democratico. In mezzo, la richiesta della comunità pakistana di Desio che vorrebbe costruire un centro culturale islamico nel comune brianzolo ma si è scontrata con il no dell’amministrazione comunale di centrosinistra, che ha bocciato il progetto giudicandolo non compatibile con le regole urbanistiche della città, regole che destinano quell’area a verde.

Risultato:Ashraf Mohammed Koakhar, responsabile dell’associazione culturale pakistana Minhaj Ul Quran di Desio, ha presentato ricorso al Tar contro la scelta della giunta di Roberto Corti. «Il ricorso al Tar è la nostra ultima occasione. Siamo stati costretti a ricorrere alle vie legali» ha detto Ashraf Mohammed Koakhar, dopo che l’amministrazione comunale,lo scorso autunno, ha respinto la richiesta dei pakistani di realizzare il loro centro su un terreno privato (a proprie spese) in via Roma.

«La legge italiana ci permette di avere uno spazio. Noi vogliamo fare valere questo diritto. Se la legge non lo permettesse, allora staremmo in silenzio. Ma non è così. Perchè non ci danno la possibilità?». Il portavoce dei pakistani è amareggiato ma anche determinato. «Con questa amministrazione abbiamo un bel rapporto. Collaboriamo e ci confrontiamo. Siamo disposti a collaborare sempre. Ma ora non ci bastano le parole. Vogliamo i fatti. Noi abbiamo bisogno di uno spazio, che diventi un punto di riferimento soprattutto per i nostri ragazzi. Per noi è molto importante. Nel centro islamico potremmo organizzare le attività per i giovani e il doposcuola. Sarebbe un luogo di incontro quotidiano. Altrimenti, dove vanno i nostri ragazzi? ».

E ancora, quando manca una settimana alla chiusura del Ramadan che la comunità festeggerà negli spazi dei missionari saveriani come in passato: «Inutile chiedere di avere a disposizione il PalaDesio – dice amareggiato Ashraf – Ogni volta che lo chiediamo ci viene rifiutato, per una scusa o per l’altra. Succedeva così con le precedenti amministrazioni comunali. Succede ancora con l’amministrazione attuale, che a parole mostra apertura ma poi, nei fatti, rifiuta le nostre richieste con delle scuse».

E Monza? Monza c’entra. Almeno per la Lega nord che punta il dito contro la scelta dell’assessore all’urbanistica di Monza, Claudio Colombo, incaricato da Desio come avvocato per difendersi dal ricorso al Tar della comunità islamica. Risultato, appunto, la strana alleanza tra Lega e musulmani, d’accordo senza intesa a sottolineare quella che per loro è solo incoerenza in casa Pd. «Solo qualche settimana fa, a seguito dell’approvazione della Legge regionale riguardante i luoghi di culto, l’assessore monzese Claudio Colombo promise di non rispettare la normativa e gridò allo scandalo, facendosi paladino e difensore dei diritti religiosi di tutti – scrive il segretario della Lega Nord di Monza, Federico Arena – Se non fosse del Pd, sembrerebbe strano vedere scemare tanto idealismo solamente per un incarico da parte del Comune di Desio. Per il bene dei desiani ovviamente mi auguro che in questo caso Colombo vinca la causa, ma non può passare inosservata la mancanza di coerenza che l’esponente Pd sta dimostrando. A questo punto viene da chiedersi se, in un ipotetico futuro, decidendo di non rispettare la Legge regionale ed esponendosi dunque a ricorsi certi da parte di chi a Monza le moschee non le vuole, l’assessore Colombo, per un incarico in più, sarà pronto a schierarsi anche contro la sua stessa scelta e contro la sua stessa amministrazione».