Desio, rissa tra bande in via Grandi: l’oratorio butta fuori i bulli

Una violenta scazzottata tra due gruppi di quindicenni che solitamente non frequentano l’oratorio e ora in via Grandi a Desio campeggia un cartello: aperto solo per chi va alla catechesi o si allena a calcio.
il cartello affisso davanti all'oratorio di via Grandi a Desio
il cartello affisso davanti all’oratorio di via Grandi a Desio Paola Farina

Una violenta scazzottata tra due gruppi di quindicenni che solitamente non frequentano l’oratorio di Desio e ora in via Grandi campeggia un cartello: aperto solo per chi va alla catechesi o si allena a calcio.

«L’intento – sostiene don Giuseppe Maggioni – è di tutelare, non di reprimere. Di salvaguardare i più piccoli, le mamme, le nonne, gli ambienti. Né più e né meno di quello che facciamo all’uscita del Grest, quando gli altri possono entrare solo dopo che i piccoli se ne sono tornati a casa».

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Nessuna chiusura. Lo ripetono tutti all’oratorio di via Grandi, dal sacerdote agli educatori che lo affiancano nella catechesi di iniziazione, per i preadolescenti, gli adolescenti e i giovani. Lo ripetono gli allenatori delle tante squadre di calcio del Csd che trovano spazio sui campi della struttura. Perché, a ridosso della festa d’apertura dell’anno oratoriano, sabato 19 e domenica 20 settembre, partecipata con passione e gioia da bambini, ragazzi e famiglie, è apparso quel cartello che tante polemiche ha scatenato? Ci sta scritto: “Per la sicurezza e l’incolumità dei bambini e genitori, dalle 16,30 alle 19 l’oratorio è aperto solo per chi partecipa agli incontri di catechesi e alle squadre del Csd calcio”.

L’attenzione dei più, una volta tanto, non è stata catturata dalle parole ‘sicurezza e incolumità’. Questa volta no. Stavolta l’attenzione si è fissata un poco più avanti, alla riga sotto, su ‘aperto solo’. Qualcosa che sa di chiusura, di esclusione. E senza pensarci su troppo, senza avere puntato il piede in oratorio da mesi, da anni o da sempre, senza conoscere i fatti e la situazione che i luoghi aperti sono costretti a vivere, si è dato il via ad accuse.

Spiega Stefano, 21 anni, studente universitario, appassionato educatore in oratorio: «Quel cartello serve da filtro per gente che purtroppo non ha nulla a che vedere con l’oratorio e ci entra solo per fare bullismo e vandalismo».

È successo che proprio il primo giorno di catechesi, con l’oratorio pieno di bambini di terza elementare, con le mamme e i nonni, con altri ragazzini impegnati negli allenamenti di calcio, due bande di quindicenni siano venute alle mani tra di loro dentro l’oratorio. La scazzottata è stata feroce. Un nonno che ha osato avvicinarsi per dividere i contendenti, a momenti non veniva travolto. Ha fatto in tempo a togliersi di mezzo, così come Matteo, animatore oratoriano, pure lui prodigatosi per separare le due bande. Sono presenze cicliche.

«Arrivano ogni tanto – dicono gli educatori – e provocano: sputano, bestemmiano, buttano tutto per terra. Se non vogliono capire, devono essere allontanati». Per la sicurezza e l’incolumità dei tanti bambini che frequentano il catechismo e i campi di calcio, dalle 16,30 alle 19. Rimane il fatto che un’azione che ha l’intento di deterrente, per chissà quale meccanismo si trasforma per molti nell’opposto. E fa passare in secondo piano il lavoro di decine di giovani che hanno programmato e realizzato sabato e domenica scorsi una festa d’inizio attività veramente coinvolgente.