Desio, Motta spiega il programma elettorale: «Libro dei sogni? No, bisogna fare in fretta»

Stefano Motta, candidato sindaco per Forza Italia, Udc, Italia Viva, Desio Popolare e SiAmo Desio ha presentato il programma elettorale.
Stefano Motta presenta il suo programma elettorale
Stefano Motta presenta il suo programma elettorale

Stefano Motta, candidato sindaco per Forza Italia, Udc, Italia Viva, Desio Popolare e SiAmo Desio ha presentato il programma elettorale elaborato con la sua coalizione. «Il nostro motto è il ’sì’» ha esordito giovedì mattina 19 agosto nella sede di via Garibaldi 61, partendo da una frase di Renzo Piano: “Una città non è disegnata: semplicemente si fa da sola. Basta ascoltarla, perchè la città è il riflesso di tante storie” . «Enucleiamo sei sì» ha detto dando il via alla presentazione. Sei slogan: rialzarsi dalle inefficienze, vivere in sicurezza, ritrovare entusiasmo, custodire i simboli, lavorare per fasi, stare bene insieme. Per ciascuno, una serie di obiettivi. «Qualcuno mi ha detto che questo è il libro dei sogni – ha tenuto a precisare –, che forse alcuni si trovano pure nei programmi degli altri candidati. Non sono sogni. Bisogna fare qualcosa in fretta, ridare entusiasmo alla città. Rialzarsi dalle inefficenze si traduce col dare riordino alla viabilità, alle piste ciclabili, ai parcheggi, eliminare le rotaie, pedonalizzare il centro storico, modernizzare l’impianto di illuminazione pubblica, dare nuova vita agli immobili abbandonati».

Prosegue spedito: «Vivere in sicurezza significa rivitalizzare le aree e i percorsi pericolosi, potenziare l’organico e le dotazioni della Polizia Locale, installare apparati di videosorveglianza moderni ed efficaci, bonificare la ex cava di via Molinara». Fa scorrere le slide: «Ritrovare entusiasmo attraverso un nuovo piano integrato per il commercio di prossimità, il completamento e la valorizzazione dell’area feste, un cartellone di eventi di prestigio per Palasport, Villa Tittoni, mercoledì del centro, la creazione della cittadella dello sport, la cura delle strutture ricreative ed il sostegno alle associazioni e alle parrocchie». «Il quarto sì del programma, custodire i simboli, mira al rispetto della storia e della vocazione dei simboli artistici e architettonici della città, oltre alla cura del decoro del centro storico. Penso ad una serie di musei cittadini da aggiungere agli attuali (quello della casa natale di Pio XI e quello che raccoglie le opere di Scalvini): un museo del Palio coi costumi e gli oggetti sempre in mostra, un museo della tessitura sotto la tettoia fatiscente della Gavazzi. Penso anche alla copertura del cortile della biblioteca, dove allestire la biglietteria per tutti i musei. Quando poi propone lo slogan ’lavorare per fasi’, spiega: «Va recuperato il tempo perduto, rimediando alle questioni lasciate aperte negli ultimi anni. Ridare slancio alle capacità, progettare il futuro».

Infine, stare bene insieme: «Non un Comune – dice -, ma una comunità, con consulte per la cultura, la scuola, lo sport, il commercio, un clima di lavoro sereno e produttivo in municipio, il coinvolgimento delle parrocchie, delle associazioni, delle società sportive, dei privati». Si affida a Bernard Shaw per chiudere: «Tu vedi certe cose e chiedi perchè? Io invece sogno cose mai viste e mi chiedo: perchè no?».